Lunga lettera della Curva Sud Benevento all’indomani della retrocessione del Benevento in Serie B.
“Abbiamo atteso la fine dei giochi per dire la nostra opinione su quanto accaduto in questa stagione. La nostra linea è stata sempre ben precisa. Abbiamo agito per costruire sempre e mai per distruggere, pronti a sostenere i colori giallorossi in qualsiasi categoria e circostanza. Non siamo quelli che fanno sceneggiate all’esterno dello stadio dopo un risultato negativo. Purtroppo, la pandemia non ci ha permesso di essere presenti sia in casa che in trasferta: una circostanza che ci ha addolorato molto, soprattutto nei momenti difficili quando il sostegno poteva essere determinante. Per sopperire a questa assenza forzata, abbiamo cercato di incitare la squadra attraverso striscioni esposti settimanalmente, oltre a chiedere degli incontri che ci sono stati concessi, nei quali si è più volte spronato coloro che sono chiamati a indossare la nostra maglia. Non sono riusciti nell’impresa. La categoria per noi non è mai stata importante, dall’Interregionale alla serie A. È chiaro però che dopo un sostegno incondizionato, mirato al solo bene dei colori giallorossi, debbano essere messe in evidenza da parte dei diretti interessati i problemi che hanno causato la retrocessione. Mentre scriviamo questo comunicato, non abbiamo alcun problema nel dire che già pensiamo al prossimo campionato di serie B sognando la riapertura degli stadi. Siamo pronti a ripartire dando sostegno a Vigorito. Non ci è piaciuto Filippo Inzaghi, il quale ha trasmesso ansie e timori a tutti con una comunicazione che ha lasciato molto a desiderare in tutte le interviste sin dalla prima giornata, oltre ad atteggiamenti che sono arrivati al limite dell’irriguardoso, come l’uscita dal campo a cinque minuti dalla fine di Benevento – Crotone. Troppa ansia? Troppa agitazione? La nave non si abbandona mai. E’ facile fare i vincenti quando si dominano i campionati, forse perché abituato così da calciatore, ma ha dimostrato di avere grandi difficoltà quando le cose non vanno per il verso giusto. Non siamo noi a dire se in queste condizioni può svolgere tale e difficile compito al meglio, ma di sicuro crediamo che il suo mancato esonero sia tra le cause principali della retrocessione. Una scelta non effettuata dalla società perché crediamo, ci dispiace dirlo, che si ritrovi a commettere l’errore di legare troppo con tutti i tesserati. Nel calcio la famiglia vera è caratterizzata dalla piazza che ci sarà sempre, non dai mercenari che andrebbero a piedi in un’altra squadra qualora quest’ultima gli offrisse anche un euro in più. Siamo delusi da Pasquale Foggia. Non abbiamo intenzione di addentrarci nelle questioni tattiche o di mercato, ma di sicuro volevamo una maggiore attenzione da parte del diesse nel fare da collante. Un campanello d’allarme si è registrato in occasione della lite tra Schiattarella e Insigne: ci aspettavamo qualcosa in più contro questi due calciatori che dopo tale episodio non hanno più dato nulla di buono alla causa, soprattutto il primo. Provvedimenti che sarebbero stati utili per lanciare un segnale chiaro non solo alla tifoseria e allo spogliatoio, ma a tutta Italia che ha riso su quanto accaduto. Così come crediamo che la sua amicizia con Inzaghi abbia portato il tecnico a terminare la stagione, condannandoci alla serie B. Abbiamo sentito parlare di un possibile utilizzo della Primavera per domenica a Torino. Niente di più sbagliato. La squadra ha viaggiato per tutto l’anno con comodi voli charter, ci auguriamo che Vigorito faccia organizzare il viaggio con il “modesto” pullman societario. Cose che noi ultras conosciamo benissimo, dato che quando potevamo (e speriamo di tornare a farlo presto) effettuavamo trasferte di notte, macinando chilometri su chilometri, per sostenere i nostri colori. Ci auguriamo che sul pullman saliranno anche gli infortunati, insieme ad altra gente che non ha dato nulla per la causa. Uno su tutti Iago Falque che ha letteralmente rubato un ingaggio milionario. Un pacco infiocchettato alla grande dal Torino per il nostro direttore sportivo. Detto questo, lo ripetiamo: siamo pronti a ripartire. Ma chi non ha dimostrato di meritare questa maglia, si faccia da parte. Andiamo in serie B a testa alta, al fianco del Benevento e di chi lo amministra, ma con la speranza di riscontrare un cambio di rotta nella gestione dei rapporti tra dirigenti e calciatori, oltre a salutare definitivamente chi non si è dimostrato all’altezza. La gente come noi non molla mai.”
Curva Sud Benevento