Accetta di buon grado la sconfitta il tecnico del Pordenone Bruno Tedino, meno l’atteggiamento avuto dai suoi nella prima parte di gara. Al trainer dei neroverdi, di origini sannite, come egli stesso spiega e chiarisce nel corso della conferenza stampa, non è andato giù l’atteggiamento rinunciatario messo in campo dai suoi nel primo quarto d’ora di gioco.

“Abbiamo fatto una buona gara. Quello che mi ha fatto imbufalire non è stata la sconfitta per 2-1, che contro il Benevento ci può anche stare, ma il primo quarto d’ora in cui non mi è piaciuto nulla di quello che abbiamo fatto, specie la mentalità. Poi siamo venuti fuori. Ma una squadra che deve salvarsi non può essere rinunciataria.
Se ci credevo dopo il vantaggio? Beh in una partita ci sono più partite. Dopo il gol il Benevento ci ha creduto, noi sul secondo gol abbiamo perso una palla in uscita è gli abbiamo servito la vittoria.
Sappiamo di aver commesso degli errori ma la squadra è viva. Ringrazio anche i tifosi che anziché contestarci dopo la sconfitta ci hanno incoraggiato.
RIGORE – Purtroppo dobbiamo accettare le decisioni del Var. In questo momento siamo a credito. L’arbitro ha detto che la palla è rimbalzata prima sul corpo e poi sul braccio e lo ha ritenuto involontario. Non accampiamo scuse, ma ci facciamo il nostro esame di coscienza.
RICORDI D’INFANZIA – Mio padre è nato a Foglianise ma è vissuto sempre a Benevento: rione Trescena e via Ponticelli. Benevento la ricordo come un periodo di infanzia molto positivo. Mio padre non vedeva la propria famiglia per undici mesi e il restante mese lo passavamo a Benevento con i miei nonni, i miei zii e i miei cugini. Ricordo tutta la città ma soprattutto lo stadio Meomartini e i diversi calciatori. Venivamo a Benevento solo ad agosto per passare le vacanze. Mia madre invece è carnica (friulana, ndr), gli è uscito un meticcio (dice scherzando, ndr).”

di Edoardo Porcaro