Oggi contava solo vincere per Fabio Caserta. Il tecnico del Benevento temeva la gara, la fisicità degli avversari e ha scelto la strada della continuità, mandando in campo, per la terza volta in una settimana, lo stesso undici iniziale. L’unica novità era Masciangelo sulla corsia mancina per sostituire gli infortunati Letizia e Foulon. Al gol degli avversari, praticamenti inermi fino a quel momento, si è visto passare davanti agli occhi i soliti fantasmi. Ma fortunatamente, questa volta, il finale è stato simile a quello del Menti.
Queste le sue parole e le considerazioni post gara.
“Dopo il gol del Pordenone, al di là della prestazione della squadra, ti passano per la testa tante cose. Perché se prima dovevi vincere con un solo gol, dopo il loro vantaggio te ne servivano due. Ho cercato di trasmettere positività ai ragazzi, di fargli alzare la testa perché il tempo c’era. Vedo come si allenano e, a prescindere dagli errori, sono sempre determinati nel voler fare la partita. Oggi non era facile perché era la terza partita in una settimana. Rispetto alle altre partite il gioco è stato meno fluido, siamo stati più lenti a far girar palla. Non ci hanno concesso molto spazio per giocare tra le linee. Ma al di là di questo abbiamo fatto una buona prestazione. Oggi avevo chiesto ai ragazzi di andare sul concreto. Poi ho deciso di dare continuità e per tutti, tranne Masciangelo, era la terza partita. Oggi volevo portare a casa i 3 punti.
Loro erano molto fisici. E’ diverso creare gioco, rispetto al dover solo difendere e ripartire. Quando devi fare la partita sprechi più energie fisiche e mentali. La squadra in questo è stata brava nell’interpretare la gara, anche quando siamo andati sotto. Quando ho visto che avevamo delle difficoltà fisiche con qualche elemento ho deciso di cambiare, mettendo calciatori più freschi.
ERRORI – Abbiamo preso un gol simile a quelli già presi e su questo dobbiamo migliorare. Il Pordenone sapevamo che attaccava con un 4-3-3 ma si sarebbe difeso con un 4-4-2. Non lo abbiamo sofferto, abbiamo commesso solo qualche errore.
La squadra sta crescendo tanto. C’è la convinzione di poter migliorare sempre di più. Sono contento di questo percorso di crescita. Oggi sembrava tutto facile sulla carta perché giocavamo con l’ultima in classifica. Ma io ero preoccupato e l’ho detto alla squadra. Se queste gare le prendi sotto gamba ti fai male. Oggi siamo stati bravi sotto l’aspetto mentale. Dovevamo essere solo più cattivi in area.
MASCIANGELO – Ha fatto molto bene, facendo una grande gara. Non è facile farsi trovare pronti. Però è la dimostrazione che chi gioca ma anche chi è chiamato a subentrare si allena molto bene. giocare bene quando sei chiamato in causa.
VOGLIACCO – Ho scelto la strada della continuità. Ma Glik è un giocatore importante. Non mi sono piaciuti i fischi a suo riguardo. Sono convinto che ogni calciatore cerca di fare il massimo. Gli errori ci possono stare. Io dovrei essere il primo ad essere arrabbiato perché siamo noi allenatori a rischiare dopo una sconfitta. Ma non lo sono perché credo alla buona fede del calciatore, nel lavoro e nella possibilità che si possano commettere errore. I fischi nei suoi confronti mi hanno fatto male, non me li aspettavo. Ritornando a Vogliacco, l’ho scelto perché sta giocando bene, volevo dare continuità e premiare chi si impegna e fa bene. Ma Glik è un giocatore importante per questa squadra.
DI SERIO – Non tutti i giocatori hanno le stesse caratteristiche. Ho scelto Di Serio perché mi serviva un giocatore più dinamico che attaccasse gli spazi e desse più libertà a Lapadula. Fortunatamente è andata bene.
DIFESA A 3 – Con Glik in campo non siamo passati a 3. Ho solo spostato Vogliacco a destra perché Elia non ce la faceva più. Questa squadra può giocare con la difesa a 3 perché ha i quinti, ma in questa gara in campo c’era Brignola che mi serviva giocasse più alto sull’esterno e quindi siamo rimasti 4-4-2. Poi stiamo facendo bene con la difesa a quattro e per ora proseguiremo così ma non è detto che durante il campionato o in alcuni frangenti possiamo passare alla difesa a tre.”
di Edoardo Porcaro