Il provvedimento del Governo lascia inalterato il problema dei lavoratori dei centri commerciali esposti a ritmi di lavoro abbondantemente superiori a quelli consueti, che li espone a maggior rischio e per le esposizione e per lo stress psicofisico che naturalmente ne abbassa le difese immunitarie.
Se si è preferito tutelare le esigenze collettive di approvvigionamento evitando assembramenti e maggiore concentrazione degli utenti in un minor tempo di apertura, bisogna però rispondere anche alle ineludibili esigenze dei lavoratori e dei datori delle catene commerciali e dei centri di piccole e medie dimensioni, salvaguardando i diritti di tutti.
Come fatto per i medici – si legge in una nota del segretario generale della Uil Avellino / Benevento, Luigi Simeone – si potrebbe pensare a ‘bandi” per la ricerca di volontari che in Cassa Integrazione – magari proprio del settore Commercio – siano disponibili a rientrare a lavoro a supporto X degli esercizi aperti che così potrebbero rispondere alle mutate esigenze, anche con consegne a domicilio o spesa DRIVE.
Se bisogna evitare la concentrazione degli utenti, allunghiamo i tempi e aumentiamo il personale, magari con centri commerciali e turni di apertura ( modello farmacia) che assicurino la fornitura in sicurezza, nel rispetto e nella garanzia delle DIP e degli spazi e distanze di tutela. Questo potrebbe essere un altro bel segnale che i lavoratori potrebbero dare.