Dura presa di posizione della Confcommercio Benevento in tema di sostegno alle imprese rispetto alle iniziative intraprese ed annunciate in pompa magna dalla Camera di Commercio presieduta da Antonio Campese. In pratica il presidente dell’organizzazione di categoria, Nicola Romano, in una lettera inviata proprio ai consiglieri camerali sottolinea l’iniquità dei bandi disposti dall’Ente camerale, uno riguardante l’abbattimento del tasso d’interesse sui finanziamenti bancari (le principali difficoltà delle imprese, scrive Romano, non sono quelle di pagare o meno gli interessi sui crediti bancari ma piuttosto di ottenerli!), l’altro inerente il ristoro a fondo perduto delle spese sostenute per la sanificazione dei locali e per l’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza, che secondo Romano (difficile dargli torto) non è stato tempestivo e coerente con gli accadimenti [con un contributo pari al 50% delle spese], è da ritenersi NULLO in quanto superato da quello di INVITALIA.
Gentili Consiglieri camerali,
si da seguito alla precedente nota dello scorso 27 aprile della scrivente e, con riferimento ai nr. 2 bandi per la concessione di contributi per le PMI emanati dalla Camera di Commercio di Benevento, si evidenzia quanto già espresso nel corso di una recente teleconferenza a cui hanno partecipato diversi presidenti di associazioni di categoria e componenti del consiglio camerale :
1. per quello sull’abbattimento del tasso d’interesse sui finanziamenti bancari, è “inadatto” ed iniquo perché, tra l’altro, risulta essere inconferente rispetto agli accadimenti legati alla pandemia da Covid-19.
Per quanto superfluo, si sottolinea che lo tsumani economico ha devastato le gestioni finanziarie di tutte le imprese per cui ogni contributo della Casa delle imprese deve essere rivolto, e reso accessibile, a tuttele imprese.
Le principali difficoltà delle imprese, infatti, non sono quelle di pagare o meno gli interessi sui crediti bancari ma piuttosto di ottenerli!
2. l’altro bando, per il ristoro a fondo perduto delle spese sostenute per la sanificazione dei locali e per l’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza, non è stato tempestivo e coerente con gli accadimenti [con un contributo pari al 50% delle spese], è da ritenersi NULLO in quanto superato da quello di INVITALIA che finanzia tali medesimi interventi a favore di tuttele imprese con un contributo migliorativo a fondo perduto pari al 100% rispetto alle spese sostenute.
Si chiede, pertanto, facendo appello al buon senso delle SS.VV., l’immediato annullamento dei bandi in pubblicazione e la convocazione adhoras di un consiglio camerale che deliberi forme di sostegno economico concreto e tangibile a tutte le imprese, l’abbattimento della burocrazia e non già forme di contributo addirittura peggiorative rispetto a quelle messe in campo dal Governo centrale [Invitalia, etc.].
Per quanto riferito dallo stesso presidente camerale sull’approvazione da parte del competente Ministero ad utilizzare il capitale patrimonializzato dell’ente sino ad un limite di 3 MLN di euro (20%) per azioni rivolte comunque a TUTTE le imprese colpite dalla crisi di cui al Covid-19, ConfCommercio vorrebbe condividere con le SS.VV una basilare regola secondo cui sia fissato che le prime imprese a dover beneficiare degli aiuti siano quelle obbligate a rimanere chiuse a seguito di quanto disposto con DPCM ed ordinanze regionali sin dal 10 marzo u.s. (vedi codici ATECO).
In buona sostanza si tratta di un supporto reale alle imprese, tra l’altro autorizzato dal Ministero, attraverso l’utilizzazione di somme che l’ente ha riscosso dalle stesse imprese con il versamento del diritto annuale; nessuna gestione di somme da aiuto di Stato ma l’impiego delle somme scaturenti dal mancato impiegodirisorse eseguito negli anni dalla camera di commercio.
Sarà un aiuto concreto, certo, equo, trasparente, sburocratizzato ma perfettamente legittimo se disposto con delibera di consiglio camerale in deroga al vigente regolamento dell’ente per la concessione di contributi volto ad accrescere gli interventi propositivi economici camerali nell’ottica virtuosa di una fattiva collaborazione, sia istituzionale che con le imprese.
E se dovessero perseverare atteggiamenti che in qualsiasi modo diano il fianco alla burocrazia, sicuramente la cosa più ovvia potrebbe essere quella di deliberare il rimborsodeldirittoannuale che le imprese sono tenute a pagare per gli anni 2020 e 2021.
Si ribadisce che non è questo il tempo delle contrapposizioni: per dare il necessario supporto al mondo delle imprese in crisi ognuno dovrebbe, secondo le proprie capacità, fornire il massimo contributo ed optare per il silenzio ( ! ) quando non si ha contezza della problematica.
A tal riguardo i partecipanti alla già citata teleconferenza, ed in special modo i presidenti di Confindustria, Coldiretti, Confagricoltura e Cia che ben conoscono il bando di Invitalia, sicuramente concordano con ConfCommercio che un presidente di Camera di Commercio non può rigettare le proposte della maggiore associazione di categorie italiane, tra l’altro affermando erroneamente che “il bando Invitalia è rivolto solo ad aziende della filiera manifatturiera” così come un rappresentante del comparto commercio in giunta camerale non può, dapprima chiedere con insistenza la moratoria sui protesti bancari [decisioni impossibile da prendere a livello provinciale] e, contestualmente, avallare bandi camerali per l’accesso ad aiuti economici che prevedono la regolarità del DURC, della contribuzione INPS.
L’incoerente atteggiamento camerale fa legittimamente supporre che agisce unicamente con azioni amministrative “cicliche” che assumono il carattere della incoerenza politica rispetto alla pandemia in corso; un atteggiamento utile solo a fornire pericolose, fuorvianti notizie alla Stampa che facilmente diventano inattesi boomerang che ledono indelebilmente l’immagine e la dignità dell’ente e dei suoi rappresentanti in assenza di un modello di Rating della governance pubblica fondato sull’esigenza di valutare in modo integrato non solo lo stato di salute economico, finanziario, etico, amministrativo, gestionale e manageriale di un ente ma anche le sue policies ed i suoi servizi adottati, al fine di veramente certificare il suo grado e la sua capacità di saper soddisfare le esigenze e le aspettative di sviluppo di cittadini e imprese così raggiungendo gli obiettivi strategici fissati nella fase di programmazione.
E’ questo il modo in cui la governance pubblica assume il ruolo di crocevia delle decisioni ed azioni per lo sviluppo del territorio in chiave federalista fondato sul perseguimento dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, sempre più centrale nel processo di costruzione di una nuova architettura istituzionale,
caratterizzata da una moderna governance pubblica.
Gentili presidenti, Vi siete assunti la responsabilità di mantenere in vita un organo scaduto 4 anni fa: oggi le risposte agli imprenditori le dovete dare Voi: non
dovete e non potete demandare.
Per tutte queste ragioni, è opportuno che prendiate in seria considerazione le nostre argomentazioni
Distinti saluti.
Il Presidente Nicola Romano