Non condivido per niente questa furia “dimissionaria” all’interno del PD.
Dappertutto dimissioni presentate o richieste: una liturgia che in questo momento ci danneggia solo.
Proprio perché la sconfitta che ha riguardato il PD si è registrata ovunque, mi pare chiaro ed evidente che tutti siamo stati sconfitti.
I cittadini non hanno apprezzato e quindi punito severamente quanto il PD ha fatto in questi anni.
Io credo che il giudizio sia oltremodo ingeneroso, perché il Governo ha operato molto bene e tanti sono i risultati positivi prodotti.
Ma non è questo il punto, torniamo alla sconfitta che ha riguardato il PD nel suo complesso. Si tratta di fattori oggettivi, non soggettivi. Ecco perché le dimissioni di chicchessia non servono, o meglio, servono solo a trovare facili e comodi capri espiatori.
Fosse dipeso da me, avrei respinto anche le dimissioni di Renzi. Avrei preteso maggiore collegialità, più coinvolgimento, ma, chiediamoci se ha proprio senso accettare le dimissioni del Segretario ed affidare la gestione, in questo momento difficile al suo vice ed al gruppo dirigente che con lui ha condiviso tutto. Infatti credo che siamo ad un paradosso: Renzi si è dimesso perché sconfitto. Sicuramente lo è: ma perché, Martina, Gentiloni, Franceschini, Minniti, Orlando, hanno forse vinto? Così facendo abbiamo personalizzato una sconfitta, fingendo di non capire che un risultato così forte non può avere e non ha motivazioni solo soggettive.
In questo momento ritengo che il PD abbia bisogno di grande unità e chiarezza nella linea politica. Per quanto mi riguarda penso che il nostro ruolo debba essere di opposizione e a chi ci tira per la giacca in queste ore, chiedendoci di stare con Salvini o con Di Maio, semplicemente dobbiamo ribadire che siamo alternativi all’uno o all’altro e le differenze sono talmente grandi da rendere impossibili le alleanze. A meno che non vogliamo arrivare alla conclusione che il PD non ha più ragione d’essere. A ulteriore conferma dello smarrimento che c’è in giro, proprio dappertutto, vorrei sottolineare che prima e durante la campagna elettorale ci attaccavano per il timore che avremmo fatto inciuci sulla testa degli elettori. Adesso che questi ultimi si sono pronunciati, quegli stessi censori all’inciucio ci vogliono spingere!
Considero il 20% certamente insufficiente, ma comunque tantissimo per rinascere. A patto però, di non cedere agli psicodrammi collettivi e considerare che si è trattato di un vero e proprio tsunami anche irragionevole nelle dimensioni.
Per quanto riguarda il nostro Sannio, fermo restando che la discussione dovrà essere chiara e sincera, non possiamo non riconoscere ai nostri candidati che si sono battuti benissimo e che nessuno avrebbe potuto fare meglio.
Certo ciascuno di noi avrebbe potuto dare di più, probabilmente alcuni di noi sono stati un po’ pigri, ma ripeto, i numeri della sconfitta sono tali che nessun comportamento soggettivo, per quanto eroico, avrebbe potuto modificarli. Sicuramente dobbiamo parlarne fra di noi ma mai come questa volta è utile evitare i personalismi perché qui la soluzione non è rimuovere qualcuno: magari fosse così, sarebbe tutto molto più semplice. Una parola ai nostri candidati: insieme al ringraziamento sincero per quanto hanno fatto anche un giudizio sul loro operato. De Caro ha operato benissimo e mai nei decenni scorsi il Governo è stato tanto generoso con il Sannio. Valentino lo abbiamo eletto all’unanimità solo poche settimane fa. Per quanto mi riguarda ha la mia fiducia ancora più di prima. Anche a Giulia Abate, l’onore delle armi. Adesso insieme ricostruiamo.
Claudio Ricci
Presidente Provincia Benevento