La custodia cautelare in carcere è stata richiesta dalla Procura della repubblica di Benevento nei confronti del 28enne beneventano ritenuto responsabile di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi, consumato lo scorso 26 luglio in un ristorante del capoluogo sannita, durante una festa di compleanno organizzata da un noto pregiudicato locale.
Gli elementi inizialmente raccolti avevano portato - come si ricorderà – all’’immediato fermo di un altro giovane beneventano, Umberto Sferruzzi, beneventano di 29 anni, che, seppur presente al momento dell’aggressione, veniva rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame perché ritenuto il secondo inseguitore della vittima e non come il suo aggressore.
Venivano pertanto sviluppate ulteriori e più approfondite indagini dalla Squadra Mobile della Questura di Benevento, attraverso l ‘identificazione e gli interrogatori di tutti i presenti alla festa, intercettazioni telefoniche ed ambientali, la ricostruzione e la comparazione degli indumenti indossati dagli ospiti con quelli rilevabili dal sistema di videosorveglianza e dai contenuti di vari telefoni sequestrati, fino al miglioramento cromatico del video che aveva ripreso il momento dell’aggressione. Queste attività hanno permesso di raccogliere gravi elementi di prova a carico del giovane oggi tratto in arresto questa mattina alle prime luci dell’alba.
In una nota della Procura della Repubblica di Benevento si sottolinea il fatto che le investigazioni sono risultate particolarmente complesse a causa della copertura solo parziale dell’area videosorvegliata presente nel ristorante e del clima di
omertà e reticenza che si era creato tra i partecipanti alla festa, che avrebbero, per la gran parte, riferito solo circostanze generiche e contradditorie, negando alcuni che il Parrella fosse stato aggredito.
Sulla base della ricostruzione effettuata dal personale della Squadra Mobile e della Polizia scientifica, attraverso i fotogrammi del sistema di videoregistrazione del locale, si è accertato che la vittima, al termine di un alterco avvenuto sulla terrazza inferiore del ristorante, con alcuni partecipanti alla festa, era fuggita, correndo a forte velocità, verso il parcheggio del ristorante, per sfuggire al suo aggressore che lo inseguiva a breve distanza e, dopo aver percorso diversi metri, era scivolata in un declivio, nei pressi dell’ingresso del ristorante.
A questo punto l’indagato, dopo essere caduto a sua volta sulla ghiaia del parcheggio, si era rialzato, aveva raggiunto la vittima che era a terra, iniziando a colpirla con forti pugni alla testa e sul corpo e successivamente anche con un calcio al torace, mentre due degli invitati cercavano, in tempi diversi, di trattenerlo ed allontanarlo dalla vittima, ormai in fin di vita.
Il raffronto tra le immagini dell’aggressione e gli atti di indagine, ed in particolare le dichiarazioni rese dai partecipanti alla festa, ha permesso di delineare ulteriori responsabilità, a dimostrazione dell’ampia omertà che ha circondato il grave fatto criminoso, per il reato di favoreggiamento personale, nei confronti di altre quattro persone (tra cui quella originariamente sottoposta al fermo), che hanno aiutato l’arrestato ad eludere le indagini nei suoi confronti, negando palesemente il vero, mentre un quinto soggetto è stato denunciato per aver violato le prescrizioni della misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza.