Salernitana-Benevento non è mai stata una partita banale, soprattutto negli ultimi anni, quando le due compagini si sono affrontate per importanti obiettivi, e probabilmente non lo sarà mai! E’ un derby, uno dei tanti al Sud, uno dei più importanti in Campania, ma ha qualcosa di speciale, che lo distingue dagli altri. E’ la partita che rappresenta due città che incarnano il duplice volto di una bellissima regione, da una parte il superbo paesaggio appenninico e dall’altro i meravigliosi scenari del Tirreno. Una regione piena di storia, alimentata grazie ai patrimoni che queste due città custodiscono. IL PRINCIPE SUPERPARTES – Domenica, giorno ormai divenuto insolito e antiquato per la serie B, alle 17.30 al “Ciro Vigorito”, si tornerà a respirare aria di derby, in cadetteria, in una Campania che per la prima volta vede tre capoluoghi di provincia scontrarsi nello stesso girone da quando la B è a ventidue squadre. Il personaggio che lega indissolubilmente Benevento e Salerno è Arechi II, principe di origini friulane, nominato nel 758 signore di uno dei più importanti ducati dell’intera penisola, il quale costituiva insieme a quello di Spoleto, quella che era conosciuta come Langobardia Minor, ovvero il ducato di Benevento. Proprio per la nostra città il nobile fu promotore di importantissime iniziative urbanistiche, come la costruzione della chiesa di Santa Sofia (patrimonio Unesco) e del suo complesso monumentale. Ma Arechi era legato ad un’altra città, se ne era innamorato, tanto da spostare nel 770 la capitale del ducato. Quel luogo era Salernum. Qui decise di far costruire un’altra sua residenza e non solo, dato che a lui è intitolato anche un castello che è l’emblema del periodo longobardo nella città, il quale svetta dal monte Bonadies concedendo una veduta che affaccia direttamente su tutto il golfo.