‘Finalmente anche la Regione Campania, con l’approvazione dell’emendamento Iannace-Bonavitacola, si allinea alle altre regioni italiane creando le basi per uniformarsi alle regole del corretto inserimento degli impianti eolici sul proprio territorio’.
E’ quanto scrive in una nota Giuseppe Fappiano- portavoce del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna.
‘Infatti l’emendamento proposto dal consigliere regionale Carlo Iannace e dal vice presidente della regione Fulvio Bonavitacola, prevede 180 giorni per l’individuazione dei “siti non idonei” per le installazioni di impianti eolici recependo anche il Decreto del Ministero dello sviluppo Economico del 10/09/2010.
Gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, specialmente eolico e fotovoltaico a terra, sono i maggiori responsabili di consumo del suolo, con ricadute negative sul territorio, sul paesaggio, sull’ambiente, sulle produzioni agricole, sull’allevamento in alpeggio, sugli habitat, sulle biodiversità ed in alcuni casi sulla salute.
Era giusto che la Regione Campania cominciasse a tutelare i territori delle zone interne, equilibrando la necessità di produrre energia con l’ esigenza di conservare, tutelare e sviluppare le attività agroalimentari, lo sviluppo rurale e l’eco turismo, insomma la tutela di tutte quelle tipicità che hanno fatto dei territori campani uno dei più importanti per bellezze, biodiversità e produzioni di eccellenze.
Fino all’approvazione dell’emendamento Iannace-Bonavitacola, i produttori di energia eolica, hanno installato impianti nei territori dell’Alto Sannio e dell’Irpinia con poche regole da seguire.
Il territorio campano era diventato un far west, la “terra di nessuno” dove le società eoliche infierivano, forti del Decreto Legislativo n° 387/2003 secondo cui gli impianti sono di “pubblica utilità, urgenti ed indifferibili”, il che permette di superare vincoli e limiti imposti dalla legge e dai regolamenti.
A fronte di questa legittima e necessaria regolamentazione (perseguita e chiesta dalle associazioni ambientaliste e dai comitati locali, costituiti per difendere il territorio dall’invasione dell’eolico) erano prevedibili le minacce di denunce, di richieste di possibili risarcimenti per i danni economici, per lo stop alla installazione di nuove torri, da parte dell’Associazione Nazionale Energia del Vento.
L’ANEV, a tutela dei propri interessi, elenca una serie di dati, a mio avviso opinabili, su occupazione, benefici ai territori; ad esempio l’ANEV vanta cinquemila occupati nel settore (ma a mio avviso con questi numeri non dovrebbe più esistere la disoccupazione nel Sannio e nell’Irpinia); ma l’ANEV non elenca i danni che l’eolico ha generato.
Negli anni 90 avevano definito le aree interne della Campania interessate all’eolico come l’eldorado, ma alla prova dei fatti si è stata solo misera speculazione dove i guadagni sono andati ai produttori ed i danni, invece, sono rimasti sul territorio ed agli abitanti dei luoghi con la cementificazione diffusa, il consumo del suolo, la modifica degli habitat, con espropri di centinaia di appezzamenti di terreno.
Inoltre questa regolamentazione, voluta fortemente dal consigliere Iannace e dal vicepresidente Bonavitacola, creerà problemi ai produttori di energia eolica poiché con l’individuazione dei “siti non idonei”, si restringeranno di molto le aree su cui potranno essere installati gli impianti.
E grazie a questo emendamento i territori della Campania finalmente potranno essere tutelati e salvaguardati così come previsto dall’art. 9, 2° comma della Costituzione della repubblica Italiana secondo cui “La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della nazione”. Definendo, quindi, il paesaggio ed i beni storici come risorsa fondamentale da tutelare’.