La Provincia di Benevento, solidale con la Coldiretti Campania, chiede al Governo e al Parlamento italiano di impegnarsi a bloccare il tentativo della Commissione Europea di autorizzare la produzione di formaggi con la polvere al posto del latte fresco.
Lo ha affermato il Presidente della Provincia Claudio Ricci secondo il quale questa misura, punitiva nei confronti dell’agricoltura mediterranea, vuole premiare quelle del Nord Europa.
“Così come in passato – ha spiegato Ricci – l’Europa ha chiesto che il vino fosse prodotto non si sa bene con quale intruglio; che il culatello non fosse prodotto nelle grotte della sua zona tipica, ma in fabbrica; che le vongole avessero solo una certa misura o che le mucche fossero rinchiuse nelle stalle, ora si vuole che, al posto degli zootecnici e dei casari, agiscano gli alchimisti, capaci, come si sognava nel Medioevo, di trasforare il ferro in oro.
Queste scelte all’apparenza insensate di Bruxelles – ha proseguito Ricci -, in realtà, si spiegano con il fatto che le politiche agricole dell’Unione Europee sono spesso pensate e calibrate per tutelare gli interessi dei Paesi del Nord del Continente. Ebbene, questa strategia non può essere accettata dall’Italia – ha commentato il Presidente della Provincia di Benevento.
Dunque, è da sottoscrivere “in toto” la battaglia della Coldiretti – ha aggiunto il Presidente della Provincia di Benevento; benissimo, poi – ha aggiunto Ricci -, ha fatto il Governatore Vincenzo De Luca a far sentire alta la propria voce e quella della Regione Campania a tutela dello straordinario patrimonio di eccellenze regionali fatto da 4 formaggi Dop (denominazione di origine protetta) e 45 Pat (prodotti agroalimentari tradizionali).
Non è assolutamente accettabile – ha continuato Ricci – che un prodotto di eccellenza quale, ad esempio, il Caciocavallo del Sannio non abbia più il suo straordinario sapore che viene dal latte vero e dalla sapienza dei Maestri casari; non è possibile che prevalga il non sapore dei formaggi del Nord. Non è questo l’Europa che ci piace: lo diciamo da Europeisti convinti, da europeisti che non accettano l’Europa dei ragionieri e dei difensori degli interessi forti.
La Provincia sannita, nell’esprimere solidarietà alla Coldiretti – ha rimarcato il Presidente -, si dichiara pronta a qualsiasi forma di mobilitazione istituzionale per rafforzare la voce di chi si ribella a questi maldestri e chiari tentattivi di privilegiare alcune economie a scapito di altre.
I nostri prodotti di qualità – ha proseguito Ricci – devono essere difesi in tutte le sedi non solo per ragioni economiche e finanziarie, ma anche perché in questo modo meglio si tutela la salute dei consumatori. Noi comprendiamo le regole dell’economia, ma non fino al punto che la spregiudicatezza delle regole possa mettere in crisi la nostra storia e le nostre tradizioni. E, proprio continuando sul versante della tenuta economica – ha detto ancora Ricci -, è ora che tutta la classe dirigente in tutte le sue articolazioni difenda la tipicità dei nostri prodotti: è proprio questa diffusa tipicità ad essere la nostra vera ricchezza e la sostanza stessa del nostro sviluppo. La margarina del Nord Europa, il latte in polvere tedesco o francese, il vino taroccato, i prodotti della salumeria senza carne finiranno con il mettere in ginocchio l’agricoltura italiana. Si tratta di una questione strategica e maledettamente seria – ha sottolineato Ricci: i nostri territori con le loro colture non valorizzate e che dunque finiscono con il diventare anti-economiche sottoposte a competizioni insopportabili, verrebbero abbandonate a se stessi e si andrebbe incontro al deserto.
Questi temi di amplissima portata – ha concluso Ricci – non devono e non possono essere affidate solo alle Associazioni di categoria, le quali sicuramente hanno svolto e svolgono un lavoro encombiabile: ma senza un adeguato supporto istituzionale il loro potere di incidere nella realtà sarebbe modesto. Spetta dunque alle Istituzioni tutte mostrare la massima attenzione rispetto a manovre come questa che vuole mettere in ginocchio l’agricoltura e di conseguenza mettere in ginocchio il Paese intero”.