Con l’espianto delle superfici alari di un falco pellegrino, non sopravvissuto ad una fucilata di un bracconiere, un altro esemplare di questo rapace potrà riacquistare la libertà, tornando a volare e a cacciare.
E’ lo splendido risultato, con retrogusto amaro, di un’operazione della Polizia Provinciale di Benevento che lo scorso 26 aprile aveva recuperato in un campo del beneventano e provveduto a ricoverare al Centro recupero animali selvatici (Cras) il volatile per le cure rivelatesi però infruttuose.
Nella giornata di ieri 30 aprile, invece, è stato recuperato e consegnato al Cras un esemplare di gheppio.
Sono dall’inizio dell’anno ben 12, più di 2 al mese, gli esemplari di uccelli rapaci, feriti da irresponsabili cacciatori di frodo, trasportati per le cure del caso al Cras partenopeo dagli agenti della Polizia Provinciale di Benevento al comando di Gabriella Mongillo.
Per la precisione si è tratto di:
-7 esemplari di poiana,
-3 di gheppio,
-1 civetta,
-1 falco pellegrino, che tuttavia, come detto, non è purtroppo sopravvissuto alle profonde ferite infertegli da un fucile da caccia caricato a pallini.
Il bracconiere, dotato di buona mira, aveva attinto il volatile in più punti: fortemente indebolito, i veterinari del Cras non hanno potuto far nulla per avviarlo alla riabilitazione. Rincuora, però, il fatto che l’espianto delle sue ali consentirà ad un suo simile di riacquistare il cielo del Sannio: di questo è convinto il personale medico del Centro veterinario.
E’ comunque sconcertante che, in periodi di caccia chiusa come questo, si verifichino ferimenti del genere, atti che sono deliberatamente criminali e perseguibili penalmente.
Per questo, assicurano al vertici del Comando di Polizia Provinciale di Benevento, saranno rafforzate le misure di vigilanza e repressione della caccia di frodo.