Lunedì 14 aprile, l’Ambito Territoriale Caccia di Benevento ha incontrato i cacciatori dell’Alto Tammaro. Si è trattato del secondo confronto programmatico sull’aggiornamento del piano faunistico provinciale e sulla gestione venatoria dell’ATC.
All’incontro, che ha visto una numerosa presenza di cacciatori e di rappresentanti delle associazioni venatorie, hanno partecipato anche il sindaco di Morcone, Costantino Fortunato, ed il sindaco di Sassinoro, Pasqualino Cusano. Per l’A.T.C. erano presenti, oltre al presidente Gianluca Aceto, i vicepresidenti Luigi Luongo e Francesco Mignone, nonché i componenti Michele Buonanno, Giuseppe Creta, Eduardo Masone, Luigi Lombardi, Gianpiero De Lucia, Andrea Coppola Postiglione.
La riunione è stata aperta dal vicepresidente Luigi Luongo, che ha sottolineato il senso degli incontri territoriali come parte fondamentale del programma dell’ATC, poiché sono indispensabili a raccogliere consigli, proposte e ipotesi di lavoro.
I due Sindaci hanno sottolineato l’utilità di confronto tra le esigenze venatorie e quelle ricettive, proponendo di lavorare sulle ipotesi presentate in ordine alle modifiche delle zone di ripopolamento e cattura che insistono nel comprensorio.
Il Presidente Aceto ha formulato alcune ipotesi per contemperare le diverse esigenze emerse negli anni e nei mesi precedenti, che troveranno composizione nel lavoro già iniziato in sede di ATC e di Provincia. Lo stesso presidente ha invitato a far emergere anche eventuali critiche, purché avanzate con spirito costruttivo, anticipando che tutte le osservazioni pervenute saranno oggetto di audizione da parte dell’ufficio di presidenza: “Le critiche le accettiamo da tutti – ha affermato – le calunnie da nessuno”.
I diversi interventi dalla platea hanno riguardato le zone di ripopolamento e cattura, mentre una sola critica è stata avanzata sui ripopolamenti di lepri e fagiani effettuati nei mesi addietro. La posizione del presidente sezionale di FederCaccia, Elio Polzella, è stata tuttavia respinta da tutti gli altri intervenuti, che hanno invece apprezzato i criteri e la qualità della selvaggina immessa sul territorio.