Il Simposio delle ACLI Sannite, è stato inserito nel Gruppo Nazionale di lavoro contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscrimanzioni razziali), che si riunirà a Roma martedì 30 luglio presso la sala Polifunzionale
La partecipazione al primo meeting, per la definizione del I Piano di azione contro il razzismo e la xenofobia, su convocazione della ministra per l’Integrazione on. Cècile Kyenge, d’intesa con il viceministro del Lavoro e Politiche Sociali con delega alle pari opportunità sen.Maria Cecilia Guerra, è uno degli impegni internazionali assunti dal Governo Italiano a seguito delle osservazioni e delle raccomandazioni formulate nel marzo 2012 dalla Commissione per l`eliminazione delle discriminazioni razziali delle Nazioni Unite (Cerd) e dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza razziale del Consiglio d’Europa (Ecri) ed è appunto volta a rendere effettiva e sistematica l`applicazione del principio di parità di trattamento e di non discriminazione. L’Unar, al fine di intensificare la propria attività istituzionale ha emanato un avviso per raccogliere manifestazioni d’interesse a partecipare alle varie fasi di definizione della strategia di contrasto della discriminazione che consentirà la definizione di un apposito Piano d’azione nazionale contro il razzismo,la xenofonìbia e l’intolleranza, da realizzarsi nel triennio 2013-2015. Ai lavori parteciperà il presidente provinciale delle ACLI Filiberto Parente e il vicepresidente Mohamed Ezzine. “Siamo soddisfatti per questo riconoscimento-afferma il presidente Parente- per il lavoro svolto in regione Campania, nella consulta regionale per l’immigrazione di cui alla ex L.33/94 e per la gestione del Centro Informativo per immigrati della Provincia di Benevento. L’integrazione e la coesione sociale continua Parente-diventa fattore primario per la costruzione di una società “aperta” che sappia coniugare tolleranza e regolamentazione verso un fenomeno – quello dei migranti – che diventa sempre più importante per dimensione e problematiche.
Gli uomini e le donne- conclude Parente -che vengono da paesi fuori dalla UE, dal vicino Est o dal lontano Sud del mondo, sono entrati, che ci piaccia o no, a far parte delle nostre comunità – l’altra faccia di quella che oggi chiamiamo globalizzazione dell’ inclusione per la cittadinanza contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza.