Con la partecipazione di Antonio Damasco, referente della Associazione Rete italiana di Cultura Popolare, è stato presentato presso l’Auditorium “Gianni Vergineo” del Museo del Sannio di Benevento il Progetto “Archivio partecipato”, cui la provincia aderisce, essendo componente della Associazione.
Alla presentazione hanno preso parte l’ex assessore provinciale alla cultura Maria Felicia Crisci, che volle tale progetto, il dirigente dell’ufficio Scolastico provinciale Angelo Francesco Marcucci e la funzionaria dell’Ente Gabriella Gomma.
L’Archivio partecipato, che ha ottenuto il beneplacito dell’Ufficio Scolastico provinciale, come ha dichiarato il dirigente Marcucci, tanto che nell’Auditorium erano presenti numerosi dirigenti scolastici e docenti delle Scuole sannite, è una sorta di grande contenitore virtuale nel cquale possono convergere testimonianze multimediali (video, testi, foto, musiche, interviste) avente ad oggetto e come riferimento la cultura popolare locale. Si verrà così a formare una grande memoria di un patrimonio che altrimenti sarebbe a serio rischio di estinzione soprattuto nelle comunità più piccole, quelle in via di desertificazione sociale.
Come ha detto l’ex assessore Crisci, l’Archivio partecipato è aperto al contibuto di tutti e vuole soprattutto essere la piattaforma nella quale le comunità più piccole possono portare il loro contributo al fine conservare la loro identità culturale.
Damasco ha sottolineato come sia stato l’illustre linguista e docente universitario Tullio De Mauro ad offrire, per primo, un contributo formidabile all’Archivio che viene costruito “dal basso”, cioè con la partecipazione di tutti, liberamente affinché tutti ne possa altrettanto liberamente usufruire.
Come ha detto Damasco, “oggi più che mai, la cultura ha la necessità di non perdere altro terreno rispetto all’avanzare della tecnologia, per non rimanere tagliata fuori dall’imporsi dei nuovi linguaggi. Nel caso della Rete Italiana, per comunicare alle nuove generazioni, per trasmettere le culture tradizionali, per continuare nel processo, tipico della cultura popolare, di coinvolgimento delle comunità sui cui si agisce con il progetto culturale, c’è la necessità di comunicare in modo digitale e attuale , non solo più utilizzando i metodi e gli strumenti usuali. Trasmettere una tradizione vuol dire in un certo qual senso anche tradirla, facendola propria, perché una qualsiasi cultura tradizionale può essere frequentata solo se riesce a parlare ai contemporanei, non perdendo la sua poetica originale”.