Si spengono le luci al castello. Le sale affollate di colori e chiaroscuri, rese più vive dal vocio dei commentatori e dai passi dall’andatura incostante di chi si ferma dinanzi ad ogni opera, diventano oggi più vuote. I dipinti e le fotografie che ne hanno fino ad ora adornato le pareti vengono rimossi e un vento malinconico s’insinua nei nostri animi perché un capitolo si chiude: sono questi, infatti, gli ultimi momenti della prima International Art Exhibition di Guardia Sanframondi. Tempo di un bilancio, dunque, e tempo di dare spazio soltanto alle parole degli artisti che generosamente si sono messi in gioco, confrontandosi e collaborando nello spirito del vero scambio culturale. Bilancio che sembra essere più che positivo, nelle parole dell’ideatore di questa mostra, l’artista californiano Thomas Neale, che si è fatto promotore di questa iniziativa di successo: “Ormai vivo a Guardia sin da gennaio ed è stato un onore poter organizzare questa mostra d’arte che ha incluso artisti di grande calibro, sia locali che internazionali, ma tutti residenti qui. Il mio scopo era quello di accendere i riflettori sul punto di vista contemporaneo degli artisti rappresentati, me stesso incluso, e di organizzare la mostra con uno stile a metà tra il locale e l’internazionale. Creare un evento annuale qui significa far includere Guardia Sanframondi nella lista delle destinazioni artistiche internazionali. Come artista, sono emozionato di essere immerso nella cultura italiana e di poter mostrare il mio lavoro. La cosa più importante per me è la riflessione storica, l’iconografia, la comprensione di come l’uomo abbia lottato, si sia evoluto (o sia rimasto lo stesso) e la trasformazione delle domande e delle risposte in una serie di dipinti.”
E la soddisfazione trapela anche dalle parole di Giacobbe Falato, il cui nome non necessita di presentazione, e che così commenta la sua partecipazione: “È stato un evento estremamente positivo: avere la possibilità di esporre insieme ad altri artisti è sempre un momento di arricchimento culturale e di confronto, perché da soli non si cresce. Ho apprezzato molto alcuni elementi dei miei colleghi e non escludo una sorta di contaminazione degli stessi nella mia arte, che potrebbe reinterpretarli in modo nuovo e diverso. Sono favorevole ad altri eventi di questo tipo, anche con il coinvolgimento di altre persone che condividano lo scopo di fare qualcosa di interessante per il nostro paese.”
Non sarà di certo l’ultima mostra in paese per il fotografo scozzese Garrick Maguire, che commenta: “La prima volta che ho visitato Guardia Sanframondi ho pensato che fosse un luogo di fiaba, incastonato nella pietra e in archi sapientemente disegnati. Visitavo questo posto da turista e spesso scattavo delle foto per me stesso, ma quando Thomas Neale ha cominciato ad organizzare la mostra mi sono lasciato coinvolgere volentieri perché un evento di questa portata può essere di grande interesse per Guardia. Dal punto di vista dell’artista, questo è il luogo ideale: mi piace catturarne la magia che non è sempre ovvia, perché Guardia cambia con le stagioni, cambiano i colori, la vegetazione si trasforma e mutano anche i comportamenti e gli stati d’animo delle persone. Spero che l’anno prossimo si possano coinvolgere anche dei giovani artisti locali per dar loro visibilità e vivacizzare il panorama culturale guardiese. A tal scopo sto pensando di aprire uno studio qui nel centro storico.”
L’altro italiano che si è messo in gioco, offrendoci la visione delle sue opere, è anch’egli volto noto, Carmine Carlo Maffei, che così ci racconta: “Sono stato felice dell’invito per la mostra sul castello, infatti preferisco le collettive che ti aiutano a confrontarti con gli altri artisti. Ho fatto una mostra a luglio a Venezia interagendo con la Biennale ed è stato lì che ho capito che bisogna andare avanti insieme, arricchendosi di nuove idee. Qualcuno mi ha chiesto di cosa mi possa arricchire questo evento, insinuando che non fosse una manifestazione culturale, ma ho risposto che la cultura è ovunque, a tutti i livelli, basta essere predisposti ad accoglierla. Le mie opere, poi, non sono di facile lettura o di comprensione immediata, ma lasciano sognare e lo spettatore deve essere libero di immaginare in libertà.”
E, infine, Joseph Casey: “È stata una grande emozione far parte della prima Guardia Sanframondi International Art Exhibition. Ho mostrato le fotografie che ho scattato a Guardia nel tentativo di offrire alla gente il senso della bellezza che vedo in questo luogo. Ho voluto realizzare le stampe a Guardia perché sentivo che era importante supportare le imprese locali e dare alle mie foto l’autenticità di essere davvero italiane. Sono stato felice di sentire che alle persone è piaciuto il mio lavoro e spero di partecipare ancora il prossimo anno alla seconda edizione.”
A riflettori spenti, mentre le sale si svuotano, con il cuore pieno di speranza e di aspettativa per le prossime iniziative artistiche e culturali, si vuole rivolgere un sentito ringraziamento a questi pittori e fotografi che hanno speso il proprio tempo e denaro per contribuire alla crescita del nostro meraviglioso paese e che con altruismo e senza manie di protagonismo si stanno già prodigando per far sì che altri artisti, anche meno conosciuti, possano avere spazio per esprimersi liberamente.