Alcuni ricercatori italiani dell’Università degli Studi di Bologna stanno portando avanti una sperimentazione oncologica che sta dando buoni risultati sulle specie animali, tanto da meritarne la pubblicazione sulla rivista “Plos Pathogens”.
La ricerca, frutto del lavoro di ricercatori italiani come Gabriella Campedelli Fiume e Pier Luigi Lollini, è stata ormai convalidata anche in laboratorio. Essa utilizza il virus dell’Herpes opportunamente modificato nei laboratori genetici, che iniettato o assunto dall’organismo agisce selettivamente contro le cellule tumorali, divenendo un alleato serio contro questa terribile malattia.
La modificazione genetica impedisce al virus di attaccare le cellule sane, per cui se iniettato sull’organo malato o assunto direttamente non si riscontrerebbero altri sintomi tipici di questo tipo di virus, come le fastidiose lesioni alle labbra. Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione di tanti giovani ricercatori italiani appartenenti ai Dipartimenti di Medicina specialistica, Diagnostica sperimentale, Farmacia e Biotecnologie.
Con questo metodo sono state curate efficacemente metastasi umane su topi da laboratorio; per l’estensione della sperimentazione sulle persone occorre un nuovo cospicuo finanziamento, ma la ricerca sino ad ora ha dimostrato che la modificazione genetica del virus non ha provocato il suo indebolimento, come spesso accade in pratica il che diminuisce la sua efficacia.
Anche l’Università di Pisa attraverso il Dipartimento di Diagnostica diretto dal Prof. Riccado Lencioni sta portando avanti una ricerca su un virus che possa lenire gli effetti dei tumori arrestandone la crescita. In questo caso la sperimentazione anch’essa riportata sulla rivista scientifica “Nature mediche” è già in sede avanzata essendo stata già condotta su trenta pazienti affetti da forme tumorali del fegato severe.
E’ stato notato che le cellule neoplastiche non erano preparate ad attutire gli effetti “benevoli” del virus modificato iniettato sui pazienti, denominato JX-594. Il risultato avuto è certamente incoraggiante dal momento che è stata registrata una notevole moria di cellule tumorali oltre ad una tangibile reazione immunitaria generalizzata e specifica contro questa tipologia di tumore a tutto l’organismo.
Altro non trascurabile aspetto favorevole è dato dalla quasi assenza di effetti collaterali che, nella maggior parte dei casi ,si sono manifestati con una leggera sintomatologia influenzale durata pochi giorni, mentre gli effetti della terapia hanno sancito un indice di sopravvivenza oscillante tra i 7 ed i 14 mesi, in base al dosaggio effettuato.
Per la prima volta un trattamento locale minimamente invasivo ha determinato effetti favorevoli di carattere immunitario generalizzato, non solo sull’organismo malato, quanto sull’intero organismo. I risultati di queste ricerche italiane fanno ben sperare per il futuro anche se trattasi di studi pilota, che dovranno trovare conferma nella sperimentazione su larga scala, il che implicherà ancora un discreto lasso di tempo prima che detti farmaci “pilota” possano divenire fruibili per tutti.
I risultati positivi ottenuti dai due laboratori Italiani nella cura delle metastasi dimostrano che il virus modificato è un buon candidato per diventare, in futuro, un nuovo metodo di cura dei tumori.
di Gianluigi Nenna