Il Consigliere comunale Aldo Damiano ieri ha comunicato alla stampa di aver ricevuto una perquisizione domiciliare da parte degli ispettori della DIGOS che indagano su diversi appalti assegnati dal Comune di Benevento dal 2006 al 2011. Egli a commento ha dichiarato di avere fiducia per l’operato della magistratura e che la perquisizione è un “atto dovuto” perchè egli è stato assessore ai Lavori Pubblici. In verità ambedue le dichiarazioni sembrano scontate ma non lo sono affatto, soprattutto nel caso specifico.
Damiano, infatti, ha già avuto a che fare con vicende giudiziarie e comprensibilmente potrebbe anche dimostrarsi un pò scocciato per le contraddittorie valutazioni dei magistrati. A febbraio 2009 la Procura della Repubblica aveva chiesto il suo rinvio a giudizio per “abuso d’ufficio” a conclusione dell’inchiesta sulla multisala Gaveli, ma a novembre 2009 il Gup non condividendo le accuse lo prosciolse da ogni addebito.
A luglio del 2010 la stessa Procura chiedeva il suo arresto accusandolo di “truffa e corruzione” per fatti connessi all’apertura del Centro Commerciale “I Sanniti”, ma prima il GUP di Benevento e poi il Tribunale del Riesame di Napoli, rigettarono la tesi del PM.
A Marzo 2011, Damiano è stato condannato dal giudice monocratico perchè nella qualità di assessore all’urbanisica nel 2007 aveva diffamato durante un consiglio comunale, Luigi Panella capo dell’ufficio di Vigilanza Edilizia. A dicembre 2011, l’ex assessore è stato rinviato a giudizio, a conclusione dell’indagine sull’Ipermercato Zamparini, per i reati di “abuso d’ufficio” e corruzione. Il processo è in corso.
Adesso Aldo Damiano, ultimo consigliere superstite di Lealtà per Benevento, è indagato per truffa e corruzione ma con senso di equilibrio conferma la sua fiducia nella magistratura. Così facendo egli si mostra sereno ed evita anche di mettere in imbarazzo il nuovo cordinatore del suo gruppo politico, l’avv. Stefano Cusani, cugino di Flavio Cusani che è il Giudice per le Indagini Preliminari sugli appalti al Comune di Benevento.
Neppure l’altra dichiarazione di Damiano sulla perquisizione come “fatto dovuto”, è scontata e non può essere letta solo come un tentativo di minimizzare la gravità del fatto. In verità non si comprende bene che cosa l’ex assessore voglia dire. Infatti, la perquisizione domiciliare non è affatto scontata per un indagato e peraltro Damiano finora non l’aveva mai subita. Si noti, infine, che in quella indagine sono coinvolti circa venti persone, ma non risulta che tutti abbiamo subito perquisizioni. Damiano ha elementi per ritenere che la visita degli Ispettori della Digos riguarderà prossimamente anche altri, oppure se lo augura?
Il presidente – Gabriele Corona