Cosa si ha intenzione di fare di fronte ai dati sempre più sconcertanti sull’economia e l’occupazione in Campania: vogliamo ritrovarci tutti a piangere intorno al capezzale di un “malato” da troppo tempo in agonia? E’ la domanda spontanea di Fioravante Bosco, segretario generale della Uil di Benevento, di fronte alle ultime statistiche dello Svimez sul Mezzogiorno.
Il dato più sconcertante , continua Bosco, è chela Campaniaè la prima regione del Sud a perdere posti di lavoro (-16.700), mentre le altre regioni cominciano, seppur flebilmente, a dare segnali di ripresa.
La desertificazione industriale non solo ci relega al Sud dell’Europa, continua il leader della UIL sannita, ma diviene la causa principale di un’emorragia di posti di lavoro che non si riesce a fermare e di una crescita che non arriva mai.
La UIL si chiede di fronte a questa drammatica realtà economica, produttiva e sociale: cosa sta aspettando il Governo per intervenire?
Occorre duplicare in chiave regionale il tavolo nazionale che il Sindacato ha ottenuto, anche a seguito della manifestazione di Napoli del 2 luglio 2012, con i ministri Barca, Passera e Fornero, insieme alle forze sociali ed economiche. Un tavolo capace di indirizzare in maniera concreta ed efficace l’utilizzo dei fondi strutturali (gli ultimi che arriveranno dall’Europa) verso settori specifici e di eccellenze, con tempi e obiettivi certi.
Siamo stanchi delle discussioni monotematiche e della finta “convegnistica indignata”; la Campania ha bisogno di nuovi posti di lavoro e possibilmente di non perdere quelli che già possiede.
Nella regione Campania, ad esempio, è insostenibile il vuoto decisionale e di potere che c’è proprio rispetto all’apparato produttivo da parte di chi ne ha la responsabilità amministrativa.
“Se il tema del calo dei consumi – conclude Fioravante Bosco – è stato uno degli argomenti affrontati dal Rapporto, per rimetterli in moto occorre ridare potere di acquisto ai salari e alle pensioni. Occorre poi un piano straordinario per il lavoro che parta da una nuova politica di reindustrializzazione del Sud e dalle precondizioni per lo sviluppo: legalità; efficienza della Pubblica Amministrazione; sommerso; istruzione; infrastrutture sociali. E’ dal lavoro e dal fisco che bisogna ripartire”.