Forte e ferma la posizione della Fillea Cgil e del suo segretario provinciale generale Antonio Mesisca che condanna fermamente la condotta scorretta del funzionario dell’Unione Industriale, Mario Ferraro per la discussione inerente la cassa integrazione per un anno riferita ai lavoratori del cantiere che sta realizzando la “Fortorina” che secondo Mesisca “ ha tenuto un comportamento eticamente condannabile”. “La Fillea – continua il segretario provinciale della Fillea Cgil – chiedeva, nella riunione a Confindustria il 20 settembre scorso, e chiede tutt’ora che la rotazione, prospettata dagli imprenditori, fosse applicata a tutti i lavoratori con funzioni fungibili in forza presso il cantiere e non come richiesto dall’azienda solo per esigenze tecniche produttive.
La risposta Ferraro faceva evidenziare che alcuni lavoratori non potevano rotare. Tra questi uno in particolare perché usufruiva della legge 104/92 sull’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. La figlia, infatti, è colpita da disabilità al 100% essendo nata senza occhi. Porta attualmente delle protesi”.
“Se un operaio che ha già problemi familiari – ha sottolineato il segretario provinciale Antonio Mesisca – non può lavorare perché usufruisce di un beneficio concesso dalla legge per assistere un suo congiunto che razza di rappresentanti istituzionali abbiamo a Benevento? Spero che dopo questo fatto increscioso il delegato dell’Unione chieda scusa al lavoratore e l’azienda applichi la rotazione come chiesto dalla Fillea”.
“Alcuni operai – ha concluso Mesisca – sono in cassa integrazione dallo scorso giugno. Non hanno lavorato più neanche un’ora. Eppure il cantiere è aperto e ha addirittura subappaltato i lavori a due aziende esterne. In più si effettuano ore di lavoro straordinario durante il giorno”.