‘Con l’articolo 34 della Legge Regionale numero 1 del 2012 (Legge Finanziaria) la Regione Campania ha ulteriormente tassato la categoria venatoria,limitandola ulteriormente con l’aggravio di tasse per la concessione del diritto all’esercizio dell’attività’. E’ quanto scrive in una nota Cesare Serino -Consigliere Comunale di S.Agata dei Goti e Vice Presidente Regionale Associazione ANUU.
‘E’ ben noto che ai sensi delle leggi vigenti,l’abrogazione di una legge,non può avvenire con un semplice ricorso impugnato tra l’altro per conto di associazioni.
Nella fattispecie parlando dell’articolo di cui sopra,esso rientra nella legge finanziaria e pertanto una ipotesi di referendum abrogativo non è assolutamente ammesso,in quanto le abrogazioni delle leggi finanziarie,sono inammissibili.
In questi ultimi giorni,infatti,alcune associazioni venatorie avrebbero intenzione di inoltrare una serie di ricorsi o referendum avverso l’articolo 34 della Legge Finanziaria dell’anno 2012 della Regione Campania: verrebbero automaticamente rigettate in quanto non è previsto ricorso avverso una legge finanziaria regionale e qualora fosse possibile lo dovrebbe fare un organo istituzionale.
E’ rammaricante il diffondersi di iniziative prive di fondamento logico e legale.
E’ un ulteriore schiaffo alla moralità culturale di una parte della popolazione che con sommo sacrificio,si dedica ad una passione,l’arte venatoria,già notevolmente penalizzata.
La questione è semplicissima : se nella Legge Regionale numero 1 del 2012 della Regione Campania (Legge Finanziaria Regionale) l’articolo 34 è stato redatto per finalità inerenti il mondo venatorio, qualcuno sicuramente ha perorato la causa e con l’avallo di consulenze pertinenti l’argomentazione trattata.
Orbene è necessario pertanto risalire all’origine dell’argomentazione trattata e sicuramente qualche associazione venatoria ha espresso un parere in merito.
Infatti nello stesso articolo viene citato la proposta di inserimento dell’ENCI nei comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia.
Io credo sia indispensabile unicamente al fine di evitare un’ulteriore affossamento della categoria unire tutto il mondo venatorio ed in maniera semplice auspicare nella formulazione di una valida proposta legislativa regionale accorpante tutte le necessità formulate dalla categoria venatoria.
Esistono varie proposte di modifica alla Legge Regionale 8/96.
Nella fattispecie c’è la proposta di Legge numero 270 del 2011, avente titolo “Modifiche alla Legge Regionale 10 Aprile 1996 numero 8″.
Tale proposta di legge con lo scopo di poter rivalutare la tradizione venatoria in Campania che è sempre stata principalmente rivolta alle specie venabili migratorie e prendendo spunto dalla legge regionale che disciplina l’attività venatoria di una regione confinante,la Puglia, vuole dare la possibilità ai cacciatori residenti in Campania di effettuare la predetta attività rivolta alla fauna migratoria su tutti i territori degli ambiti territoriali di caccia della Regione,in maniera semplice e sintetica, previo il pagamento di una quota pari a quella dell’iscrizione all’ambito territoriale di caccia di residenza venatoria.
Tale norma ovviamente non si applicherà alla fauna stanziale,assoggettata all’indice di densità venatoria,che pertanto sarà consentita solo agli autorizzati nell’ambito territoriale di caccia prescelto.
La proposta di legge inoltre mira anche a modificare la composizione del Comitato di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia.
Al fine di favorire la più ampia partecipazione alle scelte di pianificazione faunistico venatoria, potranno dare il proprio contributo tutte le associazioni venatorie presenti nel comitato tecnico faunistico venatorio nazionale di cui alla legge 157 del 1992.
E’ evidente che tali modifiche permetteranno un incremento del turismo venatorio a beneficio delle attività ad esso collegate ed in particolare si darà ampia partecipazione al processo decisionale nella gestione delle scelte faunistico venatorie degli ambiti territoriali di caccia(ATC).
La presente proposta di Legge Regionale non comporta impegno di spesa sul bilancio regionale.
Nè tantomeno un incremento delle associazioni venatorie in seno al comitato di gestione degli ATC apporterà sperpero di danaro pubblico,in quanto gli ATC si reggono con i fondi versati dai cacciatori stessi,i quali appartengono a tutte le associazioni e non a solo alcune.
Partecipazione è sinonimo di democrazia e trasparenza. Solo tale proposta appacificherà il mondo venatorio in Campania e tutto il suo indotto, con appunto una semplice manovra di modifica.
L’occasione mi è propizia per invitare tutte le cariche politiche provinciali e regionali della Campania a valutare tale proposta,validamente risolutiva ed in particolare invito la commissione competente regionale ad attivarsi nella maniera più celere per le audizioni delle associazioni di settore.
Solo la partecipazione in concertazione può determinare l’equilibrio’.
ci fa piacere che state prendendo iniziative…pero possibilmente prima di giugno dovete risolvere…se no addio soldiniiiiiiiiiiiiii….