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Costruzione nuove case, De Nigris: ‘Tutti gli indicatori sono negativi’

Scritto da il 23 febbraio 2012 alle 11:42 e archiviato sotto la voce Foto. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Costruzione nuove case, De Nigris: ‘Tutti gli indicatori sono negativi’

‘Le perplessità su una gigantesca speculazione restano invariate ed anzi sono confermate dalle numerose contraddizioni contenute nel documento di base del Puc. Gli indicatori di settore, del resto, parlano chiaro.
Nella Relazione programmatica del Puc il fabbisogno di nuove residenze è commisurato alla sommatoria di quattro elementi: l’incremento demografico, la riduzione dell’indice di affollamento, la sostituzione di vani fatiscenti, la coerenza con polo logistico (aeroporto, raddoppio Caianello, alta capacità, centro intermodale) beni culturali, università, polo formativo (scuola, università, carabinieri,magistrati,conservatorio)’. E’ quanto scrive in una nota Luigi De Nigris – Consigliere comunale Sud Innovazione Legalità.

‘Ebbene, già all’interno del documento redatto dall’Amministrazione appaiono evidenti incongruenze. Da una parte un’analisi che conferma i dati dell’Istat sul decremento demografico, dall’altra la giustificazione del fabbisogno di case basato forse su un supposto aumento dei divorzi visto che la stima sul tasso di nuzialità è anch’esso in costante calo; sulla suggestiva previsione che nel 2017 (fra cinque anni) ci potrebbero essere 1937 nuovi nuclei familiari e che, nonostante la diminuzione della popolazione nel settore primario e secondario del 5% e del 15%, nel settore del terziario e dei servizi, si pensa potrà operare addirittura l’80% della popolazione.
Ricordo, inoltre, che solo due settimane fa uno studio diffuso da Bankitalia ha evidenziato che nell’ultimo trimestre del 2011 si è accentuato il calo delle richieste di mutui a causa del significativo irrigidimento dei criteri per la concessione di finanziamenti a famiglie e imprese. Un criterio sempre trascurato e mai preso in considerazione.
Quantomeno fantasiosa appare poi la presunta coerenza col polo logistico. La piattaforma è poco meno di un fantasma, l’aeroporto nemmeno una speranza, per non parlare della Scuola di Magistratura che si allontana sempre di più dal nostro capoluogo.
Nonostante ciò, Puc e housing sociale continuano ad essere per l’attuale maggioranza un fiore all’occhiello. Un fiore finto o appassito visto che continuano ad ignorare che dal lontano 2006, giorno della prima consiliatura Pepe, il mondo è cambiato. Ciò che valeva prima oggi non serve più. Mantenere una promessa fatta nel 2006, quando il mercato immobiliare realizzava il suo picco, può essere una scusante, ma significa soprattutto non essere al passo con i tempi. Non adattarsi alla realtà del momento.
Già dal 2007 il mercato immobiliare cominciava l’inarrestabile flessione sull’onda della crisi americana. Un trend negativo costantemente confermato dai qualificati rapporti: di Nomisma, che evidenzia un bilancio negativo (-4,1%) nelle compravendite immobiliari con un numero di transazioni tra i più bassi degli ultimi sette anni; della Cgil, che nel 2011 ha rilevato che il 40% delle famiglie italiane ha difficoltà a pagare la rata del mutuo (rispetto al 23,2% del 2010) il 38,1% (contro il 18,1% del 2010) a pagare il canone d’affitto; della federazione dei mediatori immobiliari, che afferma che i primi a fare le spese di questa situazione sono i soggetti appartenenti alle fasce più deboli: single e giovani coppie.
Un mercato immobiliare in discesa ed un settore colpito dalla più grave crisi dal dopoguerra è inoltre confermato anche da fonti per così dire “di parte”. I dati resi pubblici nelle settimane scorse dall’Ance nazionale, l’associazione dei costruttori edili aderente a Confindustria, ci dicono che dal 2008 gli investimenti sono calati del 21,1 per cento. La produzione di nuove abitazioni è crollata del 36,6% con una previsione 2012 di un’ulteriore riduzione del 3,8%.
Se l’edilizia è in crisi è anche perché si è costruito troppo ed è stata immessa sul mercato un’offerta sproporzionata rispetto alla domanda. Lo sanno tutti, tranne gli attuali amministratori.

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