Non bastavano i calciatori che vendevano le partire su cui poi scommettevano, a gettare nuovo fango sullo sport preferito dagli italiani arriva una nuova indagine che prende di mira società e procuratori. Secondo i pm di Piacenza le squadre scaricherebbero dai loro bilanci i costi che i loro giocatori dovrebbero invece sostenere per i procuratori. In pratica l’azienda paga i manager dei propri dipendenti traendo un doppio vantaggio fiscale.
L’inchiesta aperta dopo un’indagine fatta dalla polizia tributaria sul Piacenza Calcio potrebbe allargarsi fino ad alti livelli se venisse confermato che si tratta di un sistema consolidato. In pratica il procuratore, che lavora per il giocatore, fattura il proprio onorario non al suo “datore” ma alla squadra. Questo permette due cose: la prima, immediata, è la possibilità di scaricare l’Iva. La seconda, invece, è la possibilità di “spalmare” su più bilanci il costo definendolo come “diritto pluriennale del giocatore”. Le fatture, emesse dagli agenti o da società a loro riconducibili, fanno riferimento a servizi inesistenti che però sono stati contabilizzati dalla società.
Questo avviene di comune accordo tra procuratori e società stesse, dicono in procura. Per ora le cifre sono modeste, siamo nell’ordine dei 165mila euro. Ma se lo schema fosse confermato anche per società di Serie A e B è chiaro che si potrebbe trattare di un’elusione fiscale nell’ordine dei milioni di euro. A dare una mezza conferma a questa situazione è il tentativo di mediazione in corso tra la Federcalcio, le squadre del pallone e l’Agenzia delle Entrate.
(fonteTGcon24)
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