Una notizia, fors’anche all’apparenza scontata, ha dominato, fra i tanti, in questi giorni, il dibattito cittadino. E’ quella relativa all’elenco, reso noto qualche settimana fa, dal quale si evince che sono stati spesi ben undici milioni di euro, nel solo anno 2010, da Provincia, Comune di Benevento, Università del Sannio e Camera di Commercio per consulenze. A poche ore dalla notizia, è stata l’On. Nunzia De Girolamo a lanciare, ed a ragione, il grido d’allarme, definendo scandaloso tale metodo, di stampo chiaramente clientelare.
E’ un rosario lunghissimo in cui, ed è l’elemento più grave che induce a riflettere, è che i nomi, come da copione, sono sempre gli stessi, ripetendosi, con certosina costanza, non solo per più incarichi avuti dallo stesso ente, ma anche dagli altri. Un esempio vale per tutti. Non si capisce, infatti, per quale motivo, se ci si limita al settore della informazione scritta e parlata, c’è solo qualche giornalista che vediamo beneficiato in più di un ente. Perchè è lecito chiedersi, tali operatori non vengono trattati allo stesso modo? L’informazione condotta da un portale non è la stessa di quella di un altro portale, oppure, quella di un giornale locale non è simile all’altra di un altro settimanale o quindicinale? Non se ne intuiscono i motivi anche se, ben si sa, che tante volte il merito primo, che, in ultimo condiziona la scelta, è quello del condizionamento al sistema di potere imperante. Se si è fuori dal coro, si può essere certi che si è esclusi dal circuito stesso. E l’esempio dell’informazione è uguale a quello degli altri settori.
Siamo veramente in un crescendo senza fine al punto che non possiamo neanche più parlare di privilegi. Questi sono, senza dubbio, dei veri e propri soprusi. E’ davvero triste e doloroso leggere queste cifre, elencate l’una dopo l’altra, nel momento in cui anche nella nostra comunità c’è tanta gente che vive con una pensione da miseria; ci sono padri di famiglia che si affannano nella tema quotidiana di non riuscire a mettere a tavola il cibo per i propri figli; non mancano malati che non hanno mezzi a sufficienza per evitare, dinanzi a patologie severe, le lunghe liste di attesa.
La De Girolamo, concludendo la sua nota di raccapriccio, lancia una proposta che merita di essere accolta al fine che episodi del genere abbiano a concludersi. La deputata sannita sostiene che innanzitutto tali consulenze debbano essere ridotte al minimo ed affidate in casi di estrema necessità e solo quando ci si trovi nella totale impossibilità di servirsi delle professionalità già in carico nei vari enti. Qualora, per motivate ragioni, ciò non sia possibile, l’affidamento dovrà avvenire per meriti, magari attingendo a delle graduatorie stilate in proposito, e, ciò che è più importante, cercando di favorire tutti e non solo e sempre determinati soggetti che hanno l’unico merito che è quello della fede politica.
Nell’elenco reso noto, come sempre, per non smentirsi, la fa da padrone, il Comune di Benevento. Questo avviene nel momento in cui il Sindaco informa la città che le casse comunali siano al collasso, attribuendo, poi, la colpa solo alle passate gestioni. Per questo, i cittadini, a suo dire, non possono, di certo, stupirsi se le imposte aumentano. Le colpe sono degli altri e vengono da lontano, ma, oggi, tuttavia, dinanzi alla realtà economica disastrosa che è sotto gli occhi di tutti, invece di invertire la rotta, si procede nello stesso modo.
Ecco perchè, mi si permetta, non ascolto più i suoi lunghi monologhi politici anche per il motivo che, non confacendosi alla realtà che ci circonda, in ultimo, non permettono di approdare, mai e poi mai, ad alcunchè di concreto. Politicamente, la sua figura si è allontanata definitivamente dalla mia vita. Questo per quanto riguarda le consulenze, per non parlare di altri tipi di incarichi. Ma di questi si stanno interessando altri. Più in alto di noi.
Giuseppe De Lorenzo