Si è svolta giovedì 12 Aprile, presso il Centro di Cultura “Raffaele Calabria”, il primo step della Giuria Popolare di “CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune”, quest’ anno dedicata alle Politiche Sociale del Comune di Benevento.
Una metodologia interessante, grazie alla quale un campione di cittadini estratto dalla popolazione del comune capoluogo è stato invitato, insieme ai partecipanti al laboratorio, a valutare le specifiche politiche della nostra amministrazione locale.
È sicuramente un’occasione che non capita tutti i giorni, come emerge dalle parole introduttive di Ettore Rossi (direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento): “Si tratta di un nuovo strumento di democrazia deliberativa, ancora poco utilizzato qui nel Meridione. Agli invitati non viene chiesto di essere degli esperti della materia, ma di partecipare al confronto proprio nella loro qualità di cittadini destinatari delle proposte politiche”.
L’ incontro, che ha voluto essere un primo momento di conoscenza delle Politiche Sociali in vista del secondo step del 19 Aprile, ha visto protagonisti l’Assessore ai Servizi Sociali dott. Luigi Scarinzi e la responsabile del Settore Socio-assistenziale ed Istruzione del Comune di Benevento, la dott.ssa Annamaria Villanacci. I due ospiti hanno presentato una panoramica dei servizi erogati dal settore Servizi Sociali, uno dei più grandi dell’amministrazione comunale, sia per la tipologia dell’offerta che per l’impiego di personale: “Eroghiamo servizi con fondi comunali e non solo – ha esordito l’assessore Scarinzi – Tra i tanti, offriamo un servizio-trasporto ai disabili presso le scuole e centri di aggregazione; ci occupiamo della gestione della casa-albergo San Pasquale, un’ eccellenza che nonostante attualmente stia soffrendo per la sostanziale diminuzione dei fondi, è ritenuta da esempio per altre amministrazione comunali; ci occupiamo, inoltre della gestione di un centro di accoglienza notturna, in strutture comunali”.
Un’ azione rivolta, dunque, verso il contrasto alla povertà e all’ assistenza materiale e non solo, come emerge dalle parole della dott.ssa Villanacci riguardo all’ attenzione verso i minori: “Abbiamo un team di assistenti sociali che sono a disposizione dei minori che vivono in situazione critiche: offriamo accoglienza e accompagnamento nella delicata fase della crescita. Prima dell’eventuale allontanamento dal nucleo familiare si lavora per un cambiamento della situazione familiare, anche attraverso momenti di formazione di soggetti in grado di riconoscere i bisogni anche dei genitori e la stretta collaborazione con ASL e ospedali; molto importante le partnership con le associazioni di volontariato come nel caso dell’eccellente Market Solidale realizzato insieme con la Caritas diocesana”. Un settore ormai trasversale per tutti i ceti sociali, dunque, segno dei veloci cambiamenti che stanno attraversando in questi ultimi anni il nucleo familiare, e che attualmente soffre probabilmente più di tutti per le politiche di erogazione più restrittive: “Siamo un settore di frontiera – ha proseguito Scarinzi – perché i fondi diminuiscono e i bisogni aumentano. Il nostro lavoro si svolge anche per il miglioramento dei servizi cimiteriali: c’è oggi un’attenzione maggiore, testimoniata dai numerosi interventi operati sia all’interno che all’esterno della struttura. Rispetto agli asili nido e al servizio mensa, abbiamo introdotto un elemento importante attraverso la compartecipazione in base al reddito, tramite un principio di solidarietà applicata grazie al quale anche i ricavi vengono reinvestiti. Si tratta di novità significative, come quella dei voucher per i centri sociali polifunzionali per i disabili, che comportano la libera scelta del cittadino ed un conseguente innalzamento della qualità del servizio.”
Politiche per andare incontro al cittadino, non solo al “bisognoso” ma anche a chi può soffrire di difficoltà non economiche, come dimostrano gli sportelli sociali situati nei quartieri della città, l’assistenza domiciliare ad anziani e soggetti non autosufficienti e l’ ormai imminente ristrutturazione dell’area per i nomadi, con accessi monitorati dalle forze dell’ordine: “Tutto questo vuole andare – ha concluso l’assessore – in direzione non di un mero e sterile assistenzialismo ma verso un percorso che possa aiutare e allo stesso tempo formare il soggetto al quale ci rivolgiamo”.