“Con la mancata celebrazione di ieri del consiglio comunale – scrive in una nota Ugo del Sorbo del Psi – si è avuta l’ennesima dimostrazione per il Sindaco, di essere più che mai solo, abbandonato anche dai più stretti collaboratori.
A Palazzo Mosti non vi è di fatto, più condivisione su nulla, ed ognuno agisce individualmente. Una maggioranza consiliare defilata, assente ingiustificata in consiglio comunale, dove ha definitivamente sancito di aver lasciato al proprio destino politico, il Sindaco.
Insomma, è stata scritta a più mani l’ennesima brutta e triste pagina politica di questa città. Tutto ciò, in momento difficilissimo per la nostra comunità, laddove si deve invece dimostrare un forte senso di responsabilità, ed invece esplodono inevitabilmente tutte le contraddizioni, peraltro già note, in seno alla maggioranza.
Il consiglio comunale, è bene ricordarlo, è il luogo del confronto e del dibattito amministrativo-politico, il luogo dove i cittadini attraverso i propri rappresentanti eletti, fanno sentire la loro voce ed altresì hanno il diritto di essere informati di quanto accade nella casa comunale. La mancata celebrazione del consiglio comunale, oltre che sfiduciare senza appelli il Sindaco, di fatto mortifica un’intera città che ha riposto in questa amministrazione la propria fiducia e perché no le sorti per un agognato sviluppo.
A questo punto, il Sindaco, prenda atto definitivamente di questa condizione di inferiorità e limitazione rispetto ad un’assise consiliare avversa, e non produca azioni di resistenza ad oltranza pur di restare a Palazzo Mosti, e con un semplice scatto d’orgoglio si dimetta e non resti contro tutto e tutti. La città ha riconfermato al Sindaco Pepe, fiducia – politica, in un momento di forte sofferenza sociale, ma di certo non l’ha mai amato, non è entrato nei cuori dei beneventani, tant’è che in giro ricordano con rimpianto, sindaci del passato.
La città è entrata in tunnel la cui uscita è sempre più lontana; è priva di qualsiasi prospettiva, una città non più riversata su se stessa, ma, in uno stato di coma irreversibile. La nostra città ha il diritto di tornare ai fasti del passato, riappropriandosi della sua storia, della sua bellezza, della sua vivibilità, attraverso una nuova classe politica impegnata fortemente sul territorio e non all’assalto delle poltrone.”