L’Assessore Foschini nel comunicare la pubblicazione sul sito del comune di Guardia Sanframondi della presentazione effettuata nel Consiglio Comunale sul probabile devastante impatto dell’IMU sul Bilancio Comunale, offre alcuni spunti di discussione agli Amministratori locali tutti.
Enti Locali al tempo della crisi finanziaria
Gli amministratori locali sono e devono essere in prima linea, al fianco dei cittadini, di fronte alla crisi.
Nonostante i comuni non siano i figli spendaccioni della pubblica amministrazione, con le manovre estive e con il decreto “Salva Italia” il governo chiede un ulteriore aumento della partecipazione dei Comuni al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, con sacrifici, allo stato attuale difficilmente sostenibili.
Il decreto legge 13 agosto 2011 n. 138 anticipa e modifica gli importi della manovra per i Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti. Il decreto legge di luglio, infatti, era già intervenuto in materia di aumento del concorso dei Comuni al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imponendo agli stessi un contributo, in termini di fabbisogno e di indebitamento, pari a 1 miliardo di euro per l’anno 2013 e pari a 2 miliardi di euro a decorrere dall’anno 2014.
In particolare, la manovra integrativa di agosto chiede ai Comuni, già dal 2012, un miglioramento di 1,7 miliardi di euro e di 2 miliardi di euro dal 2013. Pertanto il contributo alla manovra in termini finanziari ammonta per l’anno 2012 a 2 miliardi e 700 milioni di euro, composti da una riduzione delle risorse trasferite (fondo speciale di riequilibrio) pari ad un miliardo proveniente dalla precedente manovra (articolo 14 del decreto-legge n. 78 del 2010) ed ad 1 miliardo e 700 milioni derivanti dalla modifica degli obiettivi del patto di stabilità interno. L’ulteriore contributo per l’anno 2013 è pari a 300 milioni di euro in termini di miglioramento degli obiettivi di patto.
In sintesi, il saldo finanziario positivo che i Comuni devono mantenere a regime è pari a circa 5 miliardi di euro.
Inoltre con il decreto “salva Italia” viene anticipata e snaturata l’IMU.
La manovra del governo Monti ha puntato decisamente all’aumento delle tasse (+18 miliardi di €), 11 miliardi dei quali derivano dalla casa e dagli altri immobili.
L’IMU, così come pensata dalla precedente riforma federalista (DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2011 , n. 23 – Disposizioni in materia federalismo Fiscale Municipale), prevedeva un legame diretto tra la tassazione e il territorio, che avrebbe permesso di godere di una maggiore autonomia finanziaria per sviluppare servizi e, quindi, misurare la capacità degli amministratori, seguendo così la logica del “pago, vedo, voto” (il cittadino paga i tributi, vede come sono utilizzati e vota premiando o punendo i propri amministratori).
Alla fine, dopo il decreto Monti, non solo i Comuni riceveranno meno rispetto alla precedente versione del Decreto federalista, ma dovranno subire anche ulteriori tagli al fondo di riequilibrio: un sacrificio notevole per gli enti locali, già alle prese, peraltro, con gli stringenti vincoli del Patto di stabilità interno.
C’è, tuttavia, un secondo aspetto, dietro a questa operazione, ed è il rovesciamento completo della logica del federalismo fiscale. Il coinvolgimento, obbligato, dei sindaci alla raccolta del denaro che servirà allo Stato per rimpinguare le casse dell’erario, infatti, evidenzia chiaramente come la manovra “salva-italia” serva più al governo per fare cassa e non agli enti territoriali.
La prospettiva, dunque, si pone su un piano assolutamente e completamente diverso rispetto a prima, dal momento che si privano gli amministratori locali di quelle leve che avrebbero dovuto costituire l’ossatura dell’autonomia fiscale, passaggio obbligatorio per dare seguito alla autonomia amministrativa, sgravando al contempo lo Stato centrale dalle responsabilità di riscossione da quelle risorse che invece avrebbero dovuto essere utilizzate per sostenere il territorio.
Quale può essere in questa fase il ruolo degli amministratori locali?
Gli Amministratori locali devono sicuramente insistere sull’allentamento del patto di stabilità che impedisce ai fondi disponibili di entrare nei circuiti economici per dare fiato all’economia locale. Siamo in attesa di conoscere cosa verrà fuori dal Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dell’interno in attuazione del comma 122 dell’articolo 1 della legge 13 dicembre 2010, n. 220 – Patto di Stabilità. Tale Decreto del 28/02/2012 appena pubblicato, dovrebbe dare indicazioni per l’applicazione della premialità nei confronti dei comuni virtuosi.
Certo è che occorre liberare risorse. Potrebbe essere interessante sottrarre dalla morsa del Patto di Stabilità, le risorse che potrebbero liberarsi dalla rinegoziazione e/o devoluzione dei mutui contratti dagli enti locali, negli anni or sono, per investimenti nella Green Economy, con il triplo vantaggio:
- di rendere fruttifere rate di mutui già contabilizzate per mutui stipulati e bloccati da anni dal patto di stabilità;
- rivitalizzare l’economia locale;
- creare risparmi e/o nuove entrate proprie del comune, impegnato a garantire almeno la sopravvivenza dei servizi essenziali.
Le preoccupazioni immediate riguardano, comunque, le stime del gettito dell’ IMU ed il conseguente taglio al fondo sperimentale di riequilibrio. L’ANCI ha più volte sollecitato al ministero delle finanze la necessità di fare una verifica immediata, perché dai primi riscontri risultano forti scostamenti fra le stime ministeriali e le stime comunali, che raggiungono picchi anche del 50 per cento.
Se le valutazioni dell’ANCI dovessero essere confermate, nel mese di settembre sarebbero necessarie delle compensazioni per i singoli comuni difficilmente gestibili (qualche comune potrebbe essere chiamato a restituire cifre molto consistenti). Per questo è necessario un confronto serio con il governo, in sede tecnica, che faccia rivedere le stime IMU e di conseguenza riduca i tagli al fondo sperimentale di riequilibrio. In queste condizioni i comuni non possono approvare il Bilancio di Previsione, in quanto viene meno uno dei principi fondamentali, “la certezza dei dati”.
Per attenuare gli effetti di una legislazione caotica, fino a quando non saranno riviste le stime IMU, l’ANCI ha chiesto la pubblicazione delle stime del Ministero delle Finanze per fare in modo che i comuni possano accertare in bilancio due cifre certe: il fondo sperimentale (molto tagliato), comunicato dal Ministero dell’Interno, e le stime IMU (sovra dotate) che devono essere comunicate dal Ministero delle Finanze. Questo dovrebbe avere l’effetto di compensare il maggior taglio e di mettere il comune al riparo da eventuali contestazioni della corte dei conti o dei revisori interni.