Una tragedia che dura da decine d’anni e che ha colpito centinaia di migliaia di persone, trova oggi nel nostro Paese una condanna per i responsabili – dichiara il segretario generale della Uil di Benevento, Fioravante Bosco -. Per anni, anche dopo che la scienza aveva identificato la tossicità dell’amianto, si è continuato a produrre e vendere veleno e ancora oggi si prosegue colpevolmente in molte parti del mondo. La sentenza di oggi rappresenta un segno di civiltà concreto non solo nei confronti delle vittime ma anche per orientare in prospettiva il rapporto tra sicurezza, salute e produzione. La sicurezza della salute deve essere sempre più un argine insuperabile nei confronti di quelle produzioni che cercano, per ricerca del profitto, di eluderla o superarla. La consapevolezza del dramma che si è vissuto e che si sta ancora vivendo, anche nel nostro Paese, deve ora portare a interventi concreti per i lavoratori e i cittadini colpiti e a un’ampia iniziativa per la bonifica di quei siti e di quei manufatti che continuano a costituire un pericolo mortale per tutti”.
“Non si riporteranno in vita le migliaia di lavoratori e i loro familiari morti a causa dell’amianto – conclude il leader della Uil sannita -, ma la sentenza di oggi rende finalmente giustizia e diventa un importante monito per le generazioni presenti e future e per tutti coloro che credono che la sicurezza sui luoghi di lavoro possa anche essere messa in secondo piano. Fino ad oggi nessun datore di lavoro aveva non mai “pagato” il giusto prezzo della loro colpa e irresponsabilità; ma questa sentenza, insieme a quella della Thyssen Krupp, segnano di sicuro uno spartiacque nella storia del lavoro e del sindacato”.