Nell’ambito dell’anniversario della Liberazione nazifascista, la cerimonia CELEBRATION DAY intende ricordare la liberazione del paese da parte della 5th Army delle Forze militari americane avvenuta durante la seconda guerra mondiale.
La manifestazione prevede un corteo presso le strade cittadine con la partecipazione delle principali autorità civili, militari e religiose.
Interverrà l’Ammiraglio Rinaldo Veri, Deputy Commander Allied Joint Force Naples e the Rear Admiral Anthony E. Gaiani, Commander US Naval Force Europe, Commander US Navy Force Africa, Commander Allied Joint Force Command.
Al raduno presso il Monumento ai Caduti ( ore 9,30 ) sarà reso onore alle bandiere, deposta una corona di alloro ed inaugurato un cippo commemorativo a ricordo della liberazione.
La cerimonia proseguirà con un riconoscimento ai reduci ed ai combattenti della
seconda guerra mondiale e con gli interventi da parte delle massime autorità militari e civili.
LA STORIA
Nell’ottobre del 1943, a seguito di un’azione partigiana, vennero tolte da ignoti alcune mine poste lungo i piloni del ponte Cavour lungo la rotabile Telese – Piedimonte d’Alife.
Il ponte era stato minato dai tedeschi allo scopo di rallentare l’avanzata americana.
La conseguente rappresaglia tedesca si concretizzò con la deportazione della popolazione adulta di San Salvatore Telesino che, strappata agli affetti delle famiglie, venne deportata dalle SS tedesche per essere trasferita ai campi di concentramento in Germania.
Caricati su alcuni camions, 128 cittadini vennero tradotti nell’ex carcere borbonico di Piedimonte dove furono reclusi ed a_dati alla custodia di un maresciallo dei Carabinieri.
Dopo quattro giorni di prigionia, il maresciallo Gaetano Guerriero, avvertita ormai imminente la liberazione ad opera della Quinta Armata alleata agli ordini del gen. Mark Wayne Clark, aprì le porte del carcere e liberò i prigionieri da una atroce e sicura morte.
Attraverso un percorso durato due giorni, i prigionieri poterono così, passando per i monti del Matese, raggiungere i loro congiunti a San Salvatore Telesino e riabbracciare le loro famiglie. Nella vicenda rimasero trucidati da fuoco tedesco quattro giovani deportati: Aldo Pezzato, Rosario De Leva, Francesco Dusmet De Smours, Benedetto Bove.