Soddisfatto della sua prestazione e di quella della squadra anche Ettore Marchi, che ha chiuso i giochi con un gol capolavoro. Ma l’attaccante invita a restare concentrati e a non rilassarsi.
“Il Benevento – dice – può e deve dare di più. La nostra prestazione oggi è stata in parte condizionata dalle condizione atletiche ma anche dai cambiamenti di temperatura avuti in settimana. Noi abbiamo l’obbligo di vincere perché costruiti per farlo e non dobbiamo avere paura di prenderci le nostre responsabilità in campo. Per gli altri il compito è più facile perché possono venire qui senza nulla da perdere. E’ dunque anche normale che possono esserci degli strascichi dopo una sconfitta. Perché il nostro obiettivo e quello di cercare sempre la vittoria. L’unico neo che però trovo alla nostra prestazione è non aver fatto il secondo gol nel primo tempo. Ma per il resto sono contento.
L’intesa con Germinale? Buona, ma io mi trovo bene con tutti, non solo con Altinier, che conosco dai tempi del Sassuolo, ma anche con Germinale, visto che le mie caratteristiche sono quelle di svariare da una parte all’altra del fronte d’attacco. Naturalmente mi riesce più facile giocare con le prime punte”.
Voleva bagnare l’esordio con un gol, ma il primo assistente glielo ha negato. Per il resto prestazione da incorniciare per il difensore Marco Mengoni, che vede il Benevento già da serie B.
“Sono contento perché non abbiamo preso gol. La nostra difesa era ben organizzata, e questo è importante in questa categoria. Loro si sono resi pericolosi solo con un’azione su punizione.
Ma non è stata solo la difesa a far bene, ma tutta la squadra. Sono solo dispiaciuto per il gol annullato. Sarebbe stato bello esordire con un gol.
Il Benevento comunque è una squadra forte. In panchina abbiamo gente come Anaclerio e Siniscalchi e la dice lunga sulla forza di questa squadra. In passato ho avuto la fortuna di vincere il campionato con due squadre diverse che giocavano in maniera grintosa. Oggi ho rivisto la stessa grinta e credo che non possa esserci due senza tre”.
di Edoardo Porcaro