Il 15 e 16 maggio prossimi l’Università degli Studi del Sannio ospiterà un seminario internazionale in onore della giurista e scrittrice italiana Eva Cantarella, dal titolo “Donne e potere in Grecia e a Roma”. La due giorni offrirà una preziosa occasione per riflettere sugli studi finora condotti sulla condizione della donna nell’antichità, mettendo a confronto giuristi, storici, antropologi. In tale prospettiva, il Seminario potrà rappresentare anche un momento di sintesi di cui ormai si avvertiva il bisogno. Eva Cantarella, antichista di fama internazionale, ha posto al centro della sua opera di storica del diritto antico i sistemi sociali e legali di inclusione ed esclusione delle donne in Grecia e a Roma (L’ambiguo malanno. Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana; Tacita Muta: la donna nella città antica; Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto; Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia).
Il Seminario internazionale è organizzato dal Dipartimento di Sistemi economici, giuridici e sociali dell’Ateneo Sannita e dalla Facoltà di Giurisprudenza, e ha il patrocinio del «Consorzio interuniversitario Gérard Boulvert per lo studio della civiltà giuridica europea e lo studio dei suoi ordinamenti» e della Provincia di Benevento e il sostegno degli Oleifici Mataluni.
La seduta inaugurale del 15 maggio 2012 si terrà presso il Museo del Sannio. Dopo i saluti delle autorità introdurrà e presiederà la seduta il prof. Luigi Labruna, professore emerito nell’Università di Napoli. Seguiranno le relazioni di Alberto Maffi (Università Milano Bicocca) e Michael Gagarin (University of Texas at Austin) che parleranno del particolare regime giuridico della donna in Grecia come emerge dalla Grande Iscrizione di Gortina del VI secolo a.C.
Un momento importante sarà anche la visita al Museo del Sannio. Luciana Jacobelli, archeologa pompeianista, guiderà l’uditorio «Sulle orme delle donne», discutendo alcuni reperti sul culto di Iside e la laudatio di una donna per un gladiatore, un testo (quest’ultimo) che apre uno spaccato inedito su alcuni aspetti della società romana non ancora adeguatamente studiati.
La seduta del 16 maggio, nella Sala Lettura del Dipartimento SEGIS, presieduta da Alessandro Corbino (Università degli Studi di Catania), sarà aperta dalla relazione di Francesca Reduzzi (Università di Napoli Federico II) che esaminerà i documenti campani del I secolo d.C. in cui donne romane di classe sociale non elevata agiscono al di fuori dell’«economia domestica» esercitando attività «professionali». Maurizio Bettini (Università degli Studi di Siena) svelerà i molteplici ingredienti che contribuirono a costruire il mito del destino privilegiato dei «nati per taglio» dal ventre materno (noto come parto «cesareo»). Bernardo Santalucia (Università di Firenze) aprirà uno squarcio su un altro dei temi fondamentali cari a Eva Cantarella: il diritto criminale romano. Lo studioso, massimo esperto di diritto criminale romano, illustrerà le difficoltà a cui andavano incontro i magistrati romani nei loro compiti di tutela dell’ordine pubblico nella città di Roma. Aglaia McClintock, mettendo a confronto le versioni omerica e ovidiana del ratto di Kore, discuterà di alcuni aspetti dell’ideologia matrimoniale romana, che secondo le parole di Eva Cantarella costituisce il nostro «passato prossimo».
Al termine delle relazioni sarà consegnato a Eva Cantarella il numero 40 (2012) della rivista specialistica di diritto romano Index con i Festschrifts – Scritti in onore – che trentuno studiosi di ogni parte del mondo le hanno dedicato analizzando il tema «donne e potere» nel diritto greco e nel diritto romano da numerosi e diversi punti di vista: matrimonio, dote, successioni, stupro, adulterio, prostituzione, verecondia, presenza delle donne in luoghi tradizionalmente maschili quali i tribunali, medaglioni con pitture erotiche di utilizzo quotidiano, e non ultimo l’interpretazione psicologica del mito dei gender studies.
Il logo del Seminario (vedi immagine allegata) è opera dell’artista contemporaneo Maurizio Elettrico. L’artista ha scelto di scomporre e ricomporre l’immagine di Demetra-Ceres eliminando la figura maschile (Trittolemo) che di solito guida il carro portato da serpenti per mostrare la divinità femminile in tutta la sua potenza.