“E’ sconcertante assistere a quello che sta succedendo sugli interventi del Piano Casa.”
La voce dei costruttori continua a levarsi (senza alcuna virgoletta) in maniera forte e condivisa in una unica direzione.
“Questa città non ha capito lo spirito della legge. Una legge nata in deroga a tutti gli strumenti urbanistici con lo scopo precipuo di rilanciare gli interventi, di attivare un comparto ormai asfittico, di creare lavoro per le maestranze edili. Il tutto per mettere in moto un meccanismo virtuoso di crescita.
La parola “deroga” che tanto spaventa, non vuol dire arbitrio.
La deroga andava e va governata da una volontà politica forte dell’amministrazione che aveva ed ha il potere/dovere di gestire lo strumento legislativo. Da qui una serie di apparenti lacune normative della legge 19, frutto della volontà di non intervenire nelle scelte urbanistiche di un territorio che devono necessariamente continuare ad appartenere alla comunità.
Il Comune di Benevento è stato tra le poche amministrazioni lungimiranti ad aver capito questo dictat normativo. Infatti, non ha rinunciato al suo ruolo di programmatore. Ciò che non si comprende è il motivo per il quale, il comune stesso, non abbia continuato a gestire in maniera consapevole questa deroga, ma si sia lasciato fermare da chi, strumentalmente, continua a mettere in discussione gli interventi messi in campo.
Il risultato è che, da uno strumento di sviluppo, il Piano Casa si è tramutato in un boomerang per tutti quegli imprenditori, che hanno investito, tempo, risorse e uomini per programmare interventi; e che ad iter delle pratiche già chiuse si trovano, ora, a veder rimesso tutto in discussione.
Non c’è alcuna risposta di alcun legale che potrà sbrogliare la matassa. Né tantomeno si può immaginare di chiedere se i verbali già sottoscritti dall’amministrazione siano vincolanti o meno. Non è una questione giuridica. E’ una questione di credibilità politica di chi ha assunto un impegno e deve portarlo a termine.
Reiteratamente abbiamo chiesto alla politica di riappropriarsi del proprio ruolo; di programmare e di scegliere, motivando le sue scelte, per restituire la certezza di diritto ai cittadini.
Come si è determinata questa situazione di empasse ancora non riusciamo a comprenderlo: occorre mantenere equilibri? C’è un precisa mancanza di volontà? O si tratta di una semplice disattenzione?
Abbiamo atteso fiduciosi, ma il tempo delle attese è finito. La politica ha il dovere di dare delle risposte!!!”