Il presidente della Provincia, Aniello Cimitile, ha spiegato a mezzo stampa che ieri (4 giugno) siamo stati esclusi dalla Conferenza dei Servizi perché “non invitati” e poi aggiunge che nelle sedi istituzionali si accede secondo regole stabilite. Se il presidente, invece di arroccarsi nella sua stanza, avesse avuto il coraggio di incontraci di persona e motivare così la sua decisione, gli avremmo spiegato, come abbiamo fatto inutilmente con il segretario della Provincia, che Altrabenevento ha titolo a partecipare alla Conferenza dei Servizi proprio in base alla Legge Regionale n.16 del 2004 che stabilisce la procedura da utilizzare per la approvazione dei Piani Urbanistici Comunali.
L’art. 24 della predetta Legge regionale, comma 6 che prevede infatti che alla Conferenza dei Servizi sul PUC sia invitato, solamente, il sindaco o suo delegato con il dirigente del Settore Urbanistica. Il presidente Cimitile, invece, dimenticando di non essere nella sua residenza privata, ha deciso di invitare anche l’ASI e la Regione. La Conferenza dei Servizi convocata dalla Provincia, pertanto, non è quella prevista specificamente per l’approvazione del PUC e quindi si configura come un atto finalizzato genericamente alla approvazione dello strumento urbanistico. In tal caso la Provincia deve applicare la norma prevista dall’art. 5 della stessa legge 16/2004 che prevede: “Alle fasi preordinate all’odozione e alla APPROVAZIONE degli strumenti di pianificazione sono assicurate idonee forme di pubblicità, di consultazione e di partecipazione dei cittadini, anche in forma associata, in ordine ai contenuti delle scelte di pianificazione”. E’ chiaro, quindi, che la Provincia ha commesso un abuso escludendoci da quella Conferenza dei Servizi e per questo motivo annunciamo che ci presenteremo alle prossime sedute.
Sempre a mezzo stampa Cimitile assicura di essere contrario alla Centrale a Turbogas e nega che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, appena adottato, consenta di edificare sul lotto assegnato per la costruzione di tale impianto. Prima di accusare Altrabenevento di “dire bugie” il presidente della Provincia farebbe bene a leggersi le norme che approva. Le N.T.A. (Norme Tecniche di Attuazione) del PTCP approvato dalla Giunta provinciale nel 2009, all’art. 17, comma 2), per gli interventi nei Corridoi Ecologici, prevedeva che “I Piani Urbanistici Comunali, in questi ambiti, non dovranno prevedere nuova edificazione di carattere industriale”. Tale norma è stata così cambiata dalla Giunta provinciale il 29 maggio con l’adozione del PUC “I Piani Urbanistici Comunali, in questi ambiti, non dovranno prevedere ampliamenti di PIP e/o nuove aree PIP e/o con destinazione a nuovi insediamenti industriali” e poi aggiunge “per le aree e gli edifici esistenti, i Piani Urbanistici Comunali dovranno prevedere le tipologie per le quali va redatto uno studio di impatto ambientale…”
E’ chiarissimo, quindi, che nelle aree già destinate ad attività industriali, come il lotto assegnato alla Luminosa che rientra nelle aree dell’ASI di Ponte Valentino, prima la edificazione era vietata ed ora è possibile, nonostante si tratti di Corridoio Ecologico. Se poi si ricorda che la Luminosa ha già ottenuto la favorevole Valutazione di Impatto Ambientale è evidente che può costruire grazie alla nuova stesura dell’articolo 17 delle N.T.A. del Piano Territoriale di Coordinamento Territoriale. Quindi, se la Provincia vuole confermare la contrarietà alla Luminosa, nei fatti e non a chiacchiere, deve modificare quell’articolo con una nuova delibera di Giunta.
Sempre a mezzo stampa, apprendiamo infine, che il Consorzio ASI si appresta a chiedere un corposo risarcimento danni al Comune che ha classificato come E1, quindi di fatto inedificabili, i suoli che rientrano nel Corridoio Ecologico del fiume Tammaro dove la società Mondosider vuole addirittura ampliare uno stabilimento industriale esistente.
A tal proposito è bene ricordare che Mondosider ha acquistato il capannone il 14 marzo del 2011 ed ha ricevuto dall’ASI il parere favorevole per l’ampliamento sulla base del proprio Piano Regolatore Territoriale che considera inedificabili solo le fasce di 50 metri dai fiumi. Ebbene, il Consorzio Industriale ha sbagliato perché avrebbe dovuto correggere il suo PRT adeguandolo al PTCP adottato nel 2004 che già prevedeva la inedificabilità nella fascia di 300 metri dal Tammaro e alle linee guide del Piano Territoriale Regionale che istituiva i Corridoi Ecologici. Vi è poi da considerare che l’area in cui ricade Mondosider è inserita in piena zona alluvionale, fascia C, del Piano Stralcio delle Alluvioni dal 2001. E’ davvero strano che il Consorzio ASI non abbia mai tenuto conto di tali strumenti di programmazione e che abbia concesso il parere favorevole all’ampliamento di Mondosider il 29 luglio 2011, cioè DOPO DUE GIORNI dalla adozione in consiglio comunale del PUC di Benevento che classifica quell’area come E1 e quindi esclude la costruzione o l’ampliamento di edifici industriali. E’ strano, inoltre, che la Mondosider abbia acquistato nel 2011 quel capannone a 150 metri dal fiume, sapendo che le Norme Tecniche di Attuazione del PTCP approvate nel 2009 dalla Giunta Provinciale già contenevano, all’art. 17 comma, 1, la norma che prevede la delocalizzazione di stabilimenti industriali esistenti nella fascia di 200 metri dal Tammaro. Quella norma non è cambiata e pertanto neppure la modifica del PUC, pretesa dall’ASI, salva Mondosider che deve essere delocalizzato anche perché la Protezione Civile ne prevede la evacuazione in caso di piena.
per Altrabenevento -Sandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti