Nell’ambito della Sagra del Carciofo di Pietrelcina in programma il 5 e 6 maggio prossimi e organizzata dalla Pro Loco nel Parco Colesanti, i coltivatori venderanno il loro prodotto nella piazza del paese, mentre presso gli stand gastronomici verranno preparati piatti a base di carciofi accompagnati da vini locali.
Alla manifestazione saranno presenti, per la vendita dei carciofi, aziende dei territori di Pietrelcina e Calvi, aderenti alla Coldiretti, che partecipano al progetto di ricerca e sperimentazione PRO.BIO.CA- Tecnologie innovative per la produzione di biomassa di carciofo e cardo da destinare all’estrazione di composti nutraceutici, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali a valere sul bando OIGA annualità 2009.
Tale progetto è stato promosso dalla Coldiretti di Benevento e realizzato in collaborazione con l’ Università della Tuscia- Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia (DAFNE), in qualità di capofila.
Nel progetto sono state coinvolte 7 aziende agricole (condotte da giovani imprenditori agricoli con età inferiore ai 40 anni), di cui 5 aziende collocate in provincia di Benevento (Pietrelcina, Calvi, Apice), che hanno formalmente costituito un’ATI per poter realizzare le attività sperimentali da campo.
Tutti i campi sperimentali di “carciofo” presenti in provincia di Benevento sono stati coltivati, seguendo le indicazioni di tecnici e ricercatori specializzati, con tecniche agronomiche naturali e rispettose dell’ambiente e del prodotto. I carciofi provenienti da tali campi costituiranno parte delle pietanze che sarà possibile degustare durante la manifestazione, questo grazie anche all’interessamento dell’Amministrazione Comunale di Pietrelcina ed, in particolare, dell’Assessore all’Agricoltura Roberto Orlando che si è dimostrato sensibile al tema di sviluppo locale della filiera.
Infatti, quest’iniziativa, coerentemente con le linee di ricerca e sperimentazione avviate nel progetto, si collega con l’opportunità di riuscire ad attivare una filiera locale al fine di valorizzare il prodotto “carciofo”, conferendogli un valore aggiunto relativo alle opportunità di trasformazione e di vendita del fresco.
In questo modo, si potrà fornire agli agricoltori un’ulteriore via di riconversione alle colture attualmente in crisi (es. tabacco) e si tenterà di rispondere alle esigenze di mercato, compatibilmente con le vocazioni dei suoli e con le capacità imprenditoriali dei soggetti coinvolti.