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Sul sito Cartantica il ‘Viaggio nella storia tra le pietre vive della memoria’

Scritto da il 4 gennaio 2012 alle 10:52 e archiviato sotto la voce Attualità, Foto. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Sul sito Cartantica il ‘Viaggio nella storia tra le pietre vive della memoria’

E’ iniziata, da alcuni giorni la pubblicazione, a puntate, per via telematica, sul sito Cartantica, specializzato in argomenti di carattere sacro, teologico, storico e religioso, la ricerca storico-iconografica sull’Orsini cardinale, arcivescovo, papa col nome di Benedetto XIII, curata da Giuseppe Massari. “Viaggio nella storia tra le pietre vive della memoria”. Questo è il titolo dell’opera che ha visto la luce . Circa 550 pagine di immagini inedite e non, relative didascalie con cenni e riferimenti biografici; oltre 800 testi citati, visionati e consultati, che compongono la bibliografia libraria ed archivistica. E’ stato coperto un spazio temporale nell’arco dei 60 anni, tanti quanti sono stati quelli vissuti a servizio della Chiesa da questo pontefice, ivi compresa la parentesi relativa al governo pastorale della Diocesi di Benevento (1686 – 1730). Proprio in virtù di questo, anche il blog, a partire dal prossimo nuovo anno, pubblicherà a puntate, l’avventura senza fine durata dieci anni. Anni di lungo e intenso lavoro, capillare e certosino, che non poteva non comprendere la città di Benevento, la storia della sua diocesi relativa al quarantennale episcopato orsiniano. Uno studio che ha interessato, in una specie di album fotografico e di immagini, anche i piccoli e sperduti paesini della vastissima diocesi beneventana. Realtà, luoghi, piccoli e sperduti paesi del Sannio, dell’Irpinia, dell’alto Tavoliere di Puglia e personaggi, fin’ora, sconosciuti hanno arricchito il mio sapere, le mie conoscenze storiche e geografiche Immagini di arredi sacri, quadri, lapidi, monumenti e busti, ancora presenti hanno costituito lo spaccato della Chiesa beneventana, di quel periodo non facile per le calamità naturali, per la miseria e la povertà sociale, oltreché culturale. Ma Benevento, per me, ha significato, soprattutto e anche quelle pagine di storia relative alle due visite che il pontefice compì, il 1727 e il 1729. Due momenti importanti segnati da tappe altrettanto significative come la riconsacrazione della chiesa di san Bartolomeo, a Benevento, e la ricollocazione definitiva dei resti del santo in quella che era da sempre considerata la sua casa, dopo una solenne processione in cui il vecchio papa portò a spalle l’urna; come quella di Monteccasino in cui riconsacrò la ricostruita chiesa abbaziale. E’ stato un doveroso omaggio ad un uomo che avrebbe meritato di più, se non ci fosse stata quell’ombra dolorosa che ha offuscato l’azione pastorale, per un verso e la sua figura di santità, dall’altro. Ho voluto ripercorrere le tappe di una vita dedita solo al servizio di coloro che egli amava. Anche qui, attraverso una carrellata di immagini di memorie che ne perpetuano il vivo ricordo, senza escludere la considerazione che si ricava del personaggio e racchiusa in molti paesi esteri, in cui pure non mancano testimonianze di affetto, stima e considerazione. La ricerca storico-iconografica, al di là dei numeri riportati innanzi; al di là delle immagini, accompagnate dai dovuti cenni storici ha avuto, forse, un merito e una modestissima ambizione: di portare nella città natale del papa gravinese tutto quello, sparso per ogni dove, in Italia e nel mondo, che ha fatto parte della sua vita personale di frate, cardinale, arcivescovo e papa, perché i suoi concittadini potessero apprezzare e conoscere meglio la figura di questo santo uomo, ultimamente candidato alla santità, ma già da molti ritenuto e riconosciuto tale.Non è voluta essere la riscrittura di una nuova biografia, ma un viaggio ideale alla ricerca di radici, testimonianze, cioè pietre vive non consunte dall’aridità del tempo e della memoria. Purtroppo, molto è andato disperso e distrutto, perché certa iconoclastia, non solo civile, ma, anche religiosa, cioè, in particolar modo ecclesiastica, ha fatto la sua parte scellerata. Ad evitare che quei tempi si ripetano o possano tornare, ho tentato di immortalare quello che, fortunatamente ci è stato tramandato. Quanto meno ci resterà il ricordo e la memoria, soprattutto in questo periodo, così favorevole, sembra, in cui, sta per riaprirsi il processo che potrebbe portare l’Orsini agli onori degli altari. Lo merita. Ma anche se ciò non accadesse, egli resterà quel santo che molti hanno conosciuto e che io, con umiltà e modestia, mi sono sforzato di far conoscere, principalmente alle nuove generazioni, assetate di modelli veri, autentici, semplici e singolari nella loro condotta di vita.
Giuseppe Massari

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