Le recenti dichiarazioni a mezzo stampa del dottor Domenico Zerella, intervenuto su diverse questioni riguardanti l’Università degli Studi del Sannio, risultano sconcertanti.
Ricorrere ai comunicati stampa per confrontarsi su questioni che hanno i loro momenti e spazi istituzionali di confronto, sta a significare, da un lato, una torsione strumentale e dall’altro il poco rispetto per l’Istituzione che si rappresenta.
Il dottor Zerella (consigliere di amministrazione dell’Ateneo sannita solo dall’11 novembre 2011, tra le ultime nomine firmate dal ministro Gelmini alla caduta del governo Berlusconi), è dal suo esordio protagonista di silenziosissime e religiose presenze durante i lavori del Consiglio di amministrazione, di cui approva formalmente gli atti, e di loquacissime quanto imprecise dichiarazioni a mezzo stampa.
Il poco loquace consigliere è intervenuto sovente in questi ultimi due mesi attraverso le agenzie di stampa, dapprima invocando la rifondazione dell’Università per sottrarla alla deriva di una presunta liceizzazione, poi rivendicando al suo persuasivo intervento il merito del rimborso agli studenti dell’extragettito della contribuzione studentesca e infine tracimando in un’annichilente stigmatizzazione moralistica, riferita alle recenti vicende amministrative e legali dell’Ateneo.
Tralasciando le personalissime osservazioni sulla politica di Ateneo, mai oggetto di suoi interventi in Consiglio, per quanto riguarda la questione delle contribuzioni studentesche vogliamo qui ricordare che la restituzione dell’extragettito era un impegno ben preciso assunto dal Rettore con gli studenti già nel dicembre 2010, quando venne deciso l’inevitabile incremento della tassazione. Quindi il tener fede ad un impegno è cosa diversa dal rivedere la propria posizione sulla base di sollecitazioni esterne.
Veramente incresciosa l’ultima esternazione: ergersi a paladino di legalità e sana gestione, senza una lettura disaggregata dei dati riferiti alle spese legali, sa tanto di strumentalizzazione utilitaristica e di visione miope della realtà. Occorre su questo punto precisare sinteticamente che i dati relativi a tale voce per l’anno 2011 si riferiscono a numerosi incarichi legali, afferenti ad azioni di particolare delicatezza in quanto riguardano recuperi di crediti dell’Ateneo nei confronti di terzi, soggetti pubblici e privati, per un importo complessivo di otre 3 milioni di euro. Senza considerare che le numerose pronunce favorevoli hanno portato al recupero di gran parte delle spese legali sostenute, che, unitamente alla copertura assicurativa, “polizza tutela legale”, azzera i costi sostenuti dall’Amministrazione.
Soprattutto, esperienza e memoria del dottor Zerella dovrebbero renderlo più prudente nel condannare chicchessia prima di una sentenza definitiva, essendo principio generale del nostro ordinamento quello della presunzione di innocenza, canone fondamentale di civiltà giuridica.