Dai monumenti allo spettacolo dal vivo e alle imprese culturali (musei, biblioteche, teatri), dal mercato dell’arte all’industria culturale e creativa, dai beni Unesco al paesaggio, alla gastronomia, ai musei d’impresa ed al patrimonio archeologico industriale, la CULTURA è un capitale che può produrre reddito e posti di lavoro, questi gli argomenti affrontati nel corso della Conferenza di ieri.
Il rapporto tra patrimonio culturale e sviluppo economico territoriale è un tema centrale e complesso, ma strategico: culture, identità, conoscenze, innovazioni e creatività sono fattori rilevanti dei processi di progresso socio-economico e di riduzione della povertà. Attraverso la formazione e la valorizzazione di artisti e mestieri creativi si alimenta il mercato del lavoro e lo sviluppo di tutto il sistema Italia. Ma soltanto partendo da una base documentaria, solida ed informata, è possibile dedicare risorse e attenzioni alla catena del valore del bene culturale. Per far ciò è dunque necessario riqualificare questo settore strategico attraverso una corretta ed etica valorizzazione del patrimonio culturale, finalizzata innanzitutto alla tutela e alla promozione delle identità e dei territori e, soltanto dopo, anche al turismo. Affinché si diffonda e si affermi il principio di core business, da applicare al mondo dell’arte e della cultura, è necessario adoperarsi per informare e soprattutto sensibilizzare, coinvolgendoli in un approccio di rete integrata territoriale, i diversi stakeholder: le istituzioni, le banche, le imprese, le associazioni ed i cittadini attivi.
In un progetto ben orientato, la cultura, volano di nuovo progresso territoriale, va dunque valorizzata con politiche e professionalità appropriate, che si preoccupino della sua conservazione e produzione.
La professoressa Rossella del Prete promotrice dell’iniziativa ha dichiarato: “ Il Convegno di Studi sui temi della “Governance del patrimonio culturale e logiche imprenditoriali”, che si terrà a Benevento presso il Dipartimento di Studi dei Sistemi Economici Giuridici e Sociali (SEGIS) dell’Università degli Studi del Sannio, sarà seguito da un ciclo di seminari che confluiranno in un corso sostitutivo di tirocinio rivolto in particolare agli studenti del Corso di laurea specialistica in Economia e Governance, ma ogni seminario sarà aperto a chiunque sia interessato. L’obiettivo è quello di poter affrontare, nei diversi incontri, quasi tutti i settori del patrimonio culturale – dallo spettacolo dal vivo, alle imprese culturali (musei, biblioteche, teatri), dal mercato dell’arte all’industria culturale, dai beni Unesco ai Musei d’Impresa ed al patrimonio archeologico industriale, promuovendone la conoscenza ed offrendo possibili modelli di governance, senza trascurare l’attenzione per il project financing e dunque per il coinvolgimento dei privati e dei mercati finanziari in un progetto che trovi il modo di far fruttare per sé e per la comunità il bene “culturale” che, altrimenti, resterebbe inutilizzato, per la cronica carenza di fondi pubblici, ma soprattutto per la ben più grave carenza di capacità gestionali che molto spesso, proprio nel settore pubblico, tralasciano l’applicazione di modelli di gestione recentemente riformati”
E’ dunque di fondamentale importanza portare nella discussione sull’argomento la voce delle banche e delle imprese, richiamando, tra l’altro, anche il tema della responsabilità sociale d’impresa (corporate social responsibility). Infatti il Presidente di Confindustria Gouseppe D’Avino, intervenuto alla conferenza ha sottolineato: “Siamo convinti che ci sia molto da fare in questo campo. Il patrimonio culturale, infatti, rappresenta uno dei nostri punti di forza da valorizzare. Gli Industriali sono coloro che possono aiutare a sviluppare in termini d’impresa la gestione dei beni culturali che rappresenta uno dei pilastri economici del nostro Paese. Infatti non potremmo mai essere competitivi con alcuni Paesi sul costo della mano d’opera ma non abbiamo eguali in merito ai giacimenti culturali della nostra terra.>>
Il Direttore del dipartimento Segis Prof. Giuseppe Marotta, riagganciandosi alle parole del Presidente D’Avino ha posto l’accento sulla necessità di rinsaldare l’economia reale strettamente collegata al territorio ed è per questo che bisogna occuparsi di quelle risorse radicate sul territorio e che non sono sfruttabili e trapiantabili altrove.
Il Preside della Facoltà Sea professor Massimo squillante ha sottolineato che la gestione dei beni culturali è stata sempre supportata dall’università in particolare anche attraverso varie collaborazioni in quanto tramite l’interconnessione tra le diverse professionalità possono scaturire elementi di positività.
Francesca Ocone delegata Fai di Benevento ha ricordato che il Convegno del 23 marzo precede proprio le giornate del 24 e del 25 marzo durante le quali il patrimonio culturale sarà aperto a tutti.
Questo convegno quindi avvalora l’intento di Fai che mette assieme tutti i soggetti coinvolti nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale al fine di diffondere in maniera sempre più ampia i valori collegati alla cultura.
Benevento, come tutti ormai sappiamo, è stata riconosciuta con un provvedimento regionale “Città d’arte e di cultura” e lo scorso giugno ha ricevuto l’importante riconoscimento dall’Unesco che ha dichiarato patrimonio dell’umanità la chiesa longobarda di Santa Sofia.
Poco si è fatto e si fa, però, per far crescere la consapevolezza dell’esigenza di professionalità e di competenze specifiche nel campo della governance del patrimonio culturale di questa città e dell’intero territorio provinciale.
Il Convegno del prossimo 23 marzo, sarà dunque l’occasione per creare un ampio coinvolgimento istituzionale e professionale e per mettere sul tavolo della discussione e della riflessione una serie di temi tutti attinenti alla questione della governance dei beni culturali.