Sabato 3 settembre, alle ore 20, nella sala consiliare di Frasso Telesino sarà presentato un percorso storico multimediale nella vita quotidiana della comunità frassese del 1569, ricostruito attraverso il processo a Gianfrancesco Brancaleone, medico, filosofo e giurista.
Nato a Frasso nel 1500, Brancaleone studiò a Napoli medicina e filosofia e la sua scienza dovette essere nota tanto da consentirgli di diventare, nel 1534, archiatra di papa Paolo III. Nel 1542 dedica un libro al viceré don Pedro di Toledo, è amico di principi e alti magistrati, oltre che medico molto noto anche in Francia e in Germania. Ciò nonostante nel 1569 viene denunciato, dal Principe Pietro Gambacorta, alla santa Inquisizione per eresia e possesso di libri proibiti, e incarcerato. Nella fase istruttoria del processo tutta l’Università di Frasso fu chiamata a deporre, insieme a molte persone di Melizzano, Limatola, Amorosi, Sant’Agata de’ Goti, Airola, Maddaloni. Dalle successive deposizioni, registrate a Napoli – dove lo stesso Brancaleone fece convocare alti ufficiali, reggenti, presidenti e consiglieri di varie magistrature, nobildonne, ecclesiastici, semplici cittadini della Vicaria Vecchia, dove svolgeva l’attività di medico ed era conosciutissimo – le prove acquisite a Frasso risulteranno tutte false, ad eccezione di una sola.
Grazie alla sensibilità della Unicredit-Banca, che ha finanziato il restauro del processo conservato manoscritto nell’Archivio diocesano di Napoli, e all’impegno dell’Associazione Terre dei Gambacorta-ONLUS, che lo sta studiando nell’ambito del suo lavoro di scoperta e valorizzazione delle risorse culturali e colturali delle Terre dei Gambacorta, l’Amministrazione Comunale può presentare questa narrazione multimediale, favorendo la sperimentazione di una originale e del tutto inedita forma di promozione del territorio.
Il contrasto netto che emerge tra le numerose deposizioni dei Frassesi, tutte accusatorie eccetto una, che presentano Brancaleone come eretico luterano, bestemmiatore, usuraio, possessore e lettore di libri proibiti (Cicerone, Melantone, Erasmo, Luciano, Rheuchlin, Agrippa) e quelle tutte autorevoli ed elogiative, oltre che difensive, registrate a Napoli, consente di cogliere interessanti aspetti sociali, religiosi, antropologici, ma anche culturali e politici, della comunità frassese e del ruolo del suo principe, Pietro Gambacorta, sacerdote molto influente, proprietario dell’attuale fattoria Torre Gaia di Dugenta, nonché dirimpettaio di Brancaleone. Quest’ultimo vive a Napoli al Vico delle Zite, nella Vicaria Vecchia, ma spesso torna a Frasso, dove possiede numerosi fondi rustici che fanno gola al principe. L’aspetto più intrigante del processo è quello relativo al diverso uso dell’Inquisizione che emerge dalla volontà dello stesso Gambacorta e dalla deposizione dell’arciprete di santa Giuliana di Frasso, ma anche del cancelliere del collegio teologico domenicano di Napoli.
Sommamente lodevole è, pertanto, la decisione dell’Amministrazione comunale di Frasso di favorire, in modo originale, la rilettura pubblica del proprio passato come una delle risorse territoriali più densa di valore, non solo storico, ma anzitutto civile e comunitario.