Il 27 marzo è stata indetta la GIORNATA DI PROTESTA NAZIONALE DEL TEATRO RAGAZZI, alla quale, insieme ad altre 220 Compagnie di Teatro Ragazzi italiane, il Teatro Eidos ha aderito.
Il 27 marzo è giorno di festa per i teatranti, è la festa del Teatro, meglio conosciuta come GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO. E’ un giorno dunque importante, per gli autori che il teatro lo scrivono, per gli attori che lo recitano, per i tecnici che gli danno luce e suono, per gli scenografi che lo arricchiscono con le loro invenzioni, per i musicisti che ne svelano l’anima, per i costumisti che gli mettono addosso il vestito migliore e per i registi che tutte queste competenze debbono saper mettere insieme.
Le compagnie che lavorano nel teatro per l’infanzia e la gioventù, meglio conosciuto come “teatro ragazzi”, hanno indetto, nell’ambito di questa festa, una giornata nazionale di protesta con lo scopo di farvi partecipi della difficile situazione che stanno vivendo.
Quasi tutti i settori produttivi attraversano un difficilissimo momento e molta gente ha perso il proprio posto, anche noi, lavoratori dello spettacolo, soffriamo per un restringimento globale delle opportunità, molte compagnie hanno licenziato, altre hanno chiuso, tutte sono in grandissima difficoltà. Patrimoni e saperi accumulati in anni e anni di mestiere rischiano di andare perduti. Da un lato il FUS, fondo unico per lo spettacolo, si assottiglia ogni anno di più e dicono che continuerà a farlo anche nel 2012 e nel 2013, quello che è stato uno strumento di sostegno al Teatro italiano si sta trasformando in un insormontabile montagna di burocrazia tesa a scoraggiare chiunque fosse intenzionato ad avvicinarvisi. Dall’altro i tagli dei trasferimenti statali hanno determinato una sensibile riduzione degli investimenti degli Enti Locali, così Regioni, Province e Comuni sono costretti a destinare sempre meno risorse alla cultura. Infine la riforma della Scuola, il taglio delle compresenze, la riduzione del corpo insegnante, con una forte riduzione delle uscite per attività extra scolastiche, si va di meno al Museo, al Teatro, ovunque.
Il risultato finale di questo assedio è la messa in discussione e la sopravvivenza stessa di un patrimonio nazionale enorme, quale quello che i teatranti hanno pazientemente creato nel corso degli anni.