In questa vecchia immagine di Piazza Roma si osserva, sulla sinistra, la Fiera del Mobile ad ingresso libero e subito dopo i tavolini di un bar o ristorante; al centro, un susseguirsi di lampioni ed alberelli, a destra, prima dello storico Convitto Giannone, palazzi dalle facciate nuove e ben tenute, sotto i quali corre una fila di grandi vasi che contengono piccoli arbusti. Sempre a sinistra, nell’angolo che sbuca sul retro, si intravede una fila di auto d’epoca. Il colpo d’occhio è suggestivo e ci parla di una Benevento animata, gradevole e, come sempre, a misura d’uomo.
Pochi sanno che la piazza fu fatta costruire dal cardinal di papa Benedetto XIII Niccolò Coscia (nato a Pietredefusi nel 1681 e morto a Napoli nel 1755) il quale per il proprio palazzo – l’attuale Collenea Isernia – voleva una veduta più spaziosa. Figura controversa, il cardinal Coscia fu accusato di cattiva gestione delle finanze pontificie e di abuso di potere, motivi per i quali venne condannato a dieci anni di prigione e ad una pesante multa. Dopo la morte di Benedetto XIII (Vincenzo M. Orsini), finito in bassa fortuna, dovette lasciare Roma. Questo giusto per la cronaca relativa al personaggio. E’ solo negli anni Trenta, tuttavia, che piazza Roma diviene una vera e propria piazza con le caratteristiche attuali. Da sempre punto nevralgico della vita cittadina, il cuore di Corso Garibaldi ospita il Convitto Nazionale ‘Pietro Giannone’ dal lontano 1603.
Il Convitto è un istituto di istruzione primaria e secondaria ed inoltre ospita anche alcuni corsi della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio. I Gesuiti avevano acquistato il palazzo della nobile famiglia De Gennaro, tramutandolo in collegio e monastero. Il terribile terremoto del 5 giugno 1688 distrusse buona parte dell’edificio, ma esso fu riedificato a proprie spese proprio da quel cardinale Orsini che sarebbe divenuto il futuro papa Benedetto XIII (l’immagine qui riprodotta è quella di una medaglia del 1728 con il volto di papa Orsini). Nel 1702 sulla città si abbatte un altro terremoto ed anche stavolta Orsini viene in aiuto dell’edificio. I lavori terminano nel 1736 a cura del cardinale Fieri, che se ne assume l’incarico dopo la morte di Orsini.
Il Liceo nasce nel 1810 ad opera del governatore Louis De Beer, inviato del principe Talleyrand, che invece non mise mai piede a Benevento. De Beer a Benevento si diede molto da fare per arricchire le collezioni private proprie e dello stesso Talleyrand. Il Convitto è invece stabilito nel 1861 dalla Provincia di Benevento in osservanza di un decreto del Regno di Sardegna. Nel 1865 esso passa all’amministrazione del Ministero della Pubblica Istruzione e intitolato al filosofo, storico e giureconsulto napoletano Pietro Giannone (sortendo anche alcune discussioni in città, a causa delle sue note posizioni anticlericali).
C’è da dire che intanto, prima gli Scolopi e poi i Gesuiti, proprio in questo edificio hanno iniziato un’opera di recupero di alcuni reperti archeologici, che andranno poi a costituire parte considerevole dell’attuale Museo del Sannio, fondato invece nel 1873, prima avendo come sede la Rocca dei Rettori e poi, dal 1929, ad opera di Alfredo Zazo, l’attuale complesso monumentale di Santa Sofia. Intellettuale di punta del nuovo Liceo Classico è il poeta toscano Francesco Corazzini (nato a Pieve Santo Stefano (AR) nel 1832). Nel 1864 Corazzini, insieme ad Enrico Isernia fonda il settimanale Gazzetta di Benevento, di tendenza moderata e pertanto in aperto contrasto con Il nuovo Sannio diretto da Salvatore Rampone. Isernia (Benevento, 1831-1907) aveva iniziato i suoi studi proprio presso il Collegio gesuitico, ma ne era stato poi allontanato per avere mostrato sentimenti liberali. Nel 1860 partecipa al moto insurrezionale che libera Benevento dal plurisecolare governo pontificio. Laureato in Giurisprudenza, Enrico Isernia scrisse opere di vario genere, tra cui alcuni saggi e due tragedie. Per quanto riguarda Corazzini – a cui nel 2010 è stata intitolata la biblioteca dell’attuale Liceo Classico “Giannone” di Piazza Risorgimento – va anche ricordato che egli nel 1867 fonda l’Accademia Beneventana con lo scopo di costituire proprio un museo cittadino. E’ il periodo in cui in città operano il gesuita Raffaele Garrucci e l’archeologo Theodor Mommsen. Poi Corazzini lascia Benevento e va ad insegnare prima a Napoli e poi all’accademia militare di Livorno. Nei pressi del Convitto nel 1651 i Gesuiti avevano anche fondato la Chiesa del Gesù. Devastata da un incendio in una sera del mese di giugno del 1918, fu abbattuta nel 1926.
Lucia Gangale