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direttore Antonio De Cristofaro

Oasi di Campolattaro, Aceto rammaricato per la posizione assunta dal WWF

Scritto da il 23 febbraio 2011 alle 18:49 e archiviato sotto la voce Primo Piano, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

In merito ad alcune prese di posizione del WWF di Benevento circa l’Oasi di Campolattaro è intervenuto Gianluca Aceto, assessore provinciale di Benevento all’Ambiente.
‘Esprimo il mio profondo rammarico per la posizione assunta dal WWF in relazione all’oasi di Campolattaro. Rammarico rafforzato dalla pretestuosità di alcune argomentazioni che non hanno alcun fondamento reale.
Il primo rilievo riguarda l’accusa, rivolta alla Provincia, di non riuscire a trovare «né il tempo per un esame approfondito della situazione né le risorse minime sufficienti per garantire un’adeguata sorveglianza e la continuità delle attività di ricerca ed educazione ambientale». Forse il WWF dimentica quanto finora realizzato dalla Provincia di Benevento per l’oasi e il WWF, che dal 2003 riceve 20.000 euro all’anno per il mantenimento delle attività. L’attenzione è confermata da ulteriori iniziative, come ad esempio la campagna di informazione e sensibilizzazione del 2010, la campagna di educazione ambientale Acqua 2.0 per il 2010 e per il 2011, nonché la presentazione del Progetto LIFE 2010 insieme a WWF Italia, WWF Oasi, Marsec e Provincia di Avellino).
Oltretutto, come ripetutamente e pubblicamente affermato, la Provincia farà tutto gli sforzi possibili per incrementare le risorse messe a disposizione del WWF, nonostante i noti e pesanti tagli subiti da parte del Governo.
Molto singolare risulta l’affermazione secondo cui il tavolo tecnico non sarebbe stato costituito, visto che nei mesi passati gli stessi esponenti del WWF avevano scelto di non partecipare, con lo scopo evidente di non riconoscerlo. Ulteriore paradosso è il fatto che il censimento dei cinghiali, deciso nella riunione del 16 febbraio scorso, è stato proposto proprio dal rappresentante del WWF, Camillo Campolongo. La proposta, considerata di assoluto buon senso, è stata accolta dal sottoscritto e dal tavolo.
Il sottoscritto, inoltre, decise di istituire il tavolo tecnico sulla base di due semplici principi: 1. Nessun ridimensionamento della superficie complessiva, ma soltanto una eventuale rimodulazione, interessando lunghi tratti dell’asta fluviale del Tammaro; 2. La riperimetrazione potrebbe avvenire solo dopo un’accurata valutazione di tutti gli elementi in campo, cominciando da un’analisi tecnico-scientifica che tenga nel dovuto conto l’interesse preminente, che è quello della tutela della fauna selvatica e della biodiversità. È del tutto evidente che non potranno introdursi modifiche in contrasto con questo obiettivo.
Registro pertanto una chiusura pregiudiziale del WWF, indisponibile se non altro ad ascoltare le ragioni di cittadini, agricoltori e amministratori. A mio modesto avviso si tratta di un’impostazione sbagliata, che non aiuta a rafforzare le ragioni dell’ambientalismo, e che anzi si preclude volontariamente ogni possibilità di dialogo. Dialogo che non significa accettare imposizioni irrazionali, tutt’altro.
Mi spiace molto, infine, che il WWF non abbia trovato il modo di riflettere ed interrogarsi sul che fare in relazione allo svuotamento dell’invaso, che sarà necessario per il collaudo definitivo dell’impianto, e sul successivo riassestamento, anche in funzione della centrale idroelettrica da realizzarsi. Insomma, di fronte ai profondi mutamenti in vista, che impongono una seria e scientifica disamina, dal WWF non è venuta alcuna sollecitazione.
È anche per organizzare questa discussione, per farlo in maniera approfondita e non occasionale, che la Provincia non aveva ancora formalmente convocato il WWF. Alla luce dei fatti, attualmente le condizioni per tenere tale incontro non sembrano sussistere. Naturalmente spero che l’organizzazione ambientalista voglia rivedere la sua impostazione, senza tuttavia rinunciare alle sue posizioni, anche allo scopo di migliorare le condizioni complessive dei luoghi e delle attività venatorie (caccia ma anche ripopolamenti). L’oasi di Campolattaro, e in genere la natura, sono beni comuni indisponibili agli interessi di parte. Questo vale per gli enti, per i cittadini per i cacciatori, ma vale anche per il WWF’.

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