Un’antica tradizione della settimana Santa, ancora molto radicata in tutta Italia in modo particolare nei piccoli paesi, è quella di preparare dei piattini con germogli di grano da portare in chiesa per allestire il Sepolcro del Giovedì Santo che rappresenta la Tomba del Cristo.
Come ogni anno ormai, anche nella Chiesa Madre di San Leucio Vescovo si ripete il rito delle “Teste di Grano” preparate nelle settimane precedenti e, poi, portate in Chiesa per addobbare l’altare principale in ricordo dell’ultima cena di nostro Signore.
La suggestione di colori e simmetrie creata da questo meraviglioso prato che ricopre interamente l’altare maggiore è particolare, non solo per la bravura di chi con arte si dedica alla sua preparazione, ma anche per l’atmosfera surreale che si respira in questo periodo Pasquale che ci ricorda l’amore immenso di Dio per le sue creature che, non esitò a sacrificare il suo unico figlio Gesù Cristo per salvare il mondo dal peccato e dalla morte eterna.
La tradizionale offerta dei fedeli per l’addobbo dell’altare ha un trasparente contenuto simbolico ed augurale: il germoglio è infatti la vita che nasce dalla morte (la Resurrezione) e ci richiama ai riti pagani della festa della primavera.
Fin dai tempi più antichi la gente più umile di campagna, un mese prima della Pasqua seminava in piccoli vasi, con il fondo coperto di cotone o canapa grezza, il frumento,e lo faceva germogliare e crescere non alla luce dove, per il processo della fotosintesi clorofilliana, sarebbe diventato verde, ma nel buio di una cassapanca, dove cresceva giallo; e questo per simboleggiare la morte e poi la resurrezione. Di questo simbolismo le povere donne di allora non sapevano nulla, ma eseguivano quello che avevano visto fare ai loro antenati e in cui credevano ciecamente. Era, poi, uso nei fedeli asportare i germogli benedetti e disperderli nei campi di grano come augurio di un buon raccolto.
Il rito dell’adorazione del Santissimo con una visita alle principali chiese, dove si va a pregare in religioso silenzio, si protrae fino a notte inoltrata e resta ancora una tradizione assai sentita anche fra i giovani. In questo giorno non si canta e non si ride, le campane non suonano perchè sono state «legate» e le chiese, in segno di cordoglio, si spogliano degli arredi e delle luci, ma l’altare dedicato al Sepolcro diventa il luogo di raccolta dei doni (“le devozioni”) offerti dal sentimento religioso popolare in ricordo del dio fatto uomo e sceso in mezzo a noi per salvarci dalla morte’.