È stato uno degli artefici della salvezza miracolosa dell’Epitaffio. Cosimo Sorice il “capitano”, arrivato quattro anni fa, quest’anno con le sue giocate e le sue reti “pesanti” ha dato un grandissimo contributo alla società del massimo dirigente Armando Formato. Il laterale destro dell’Epitaffio, ci parla della salvezza di quest’anno e dei progetti futuri.
Cosimo, cosa ti rimane di questa esperienza all’Epitaffio?
Il bilancio è sicuramente positivo. Da parte della società c’era la voglia di salvarsi a tutti i costi, anche durante i periodi difficili non ci hanno mai lasciato soli. La salvezza diretta è stata una piacevole sorpresa, in pochi a dicembre se la sarebbero aspettato una cosa del genere dopo lo scossone del calcio mercato “in uscita”. Comunque con dei compagni favolosi nel girone di ritorno ci è andato tutto bene.
Perché?
Innanzitutto perché ci siamo salvati e poi perché mi evoca bei ricordi, Epitaffio per me è stato una parentesi piena di soddisfazione.
Il tuo compagno di squadra Giacomo Impronta un mese fa aveva definito questa salvezza un miracolo: tu che dici?
Sì, penso proprio di sì. Ripeto abbiamo fatto un grande girone di ritorno, pensate che in casa le abbiamo vinte tutte tranne l’ultima giornata che eravamo proprio contati. Poi la svolta è arrivata dalla Lega con due ricorsi vinti e sei punti a tavolino!
Dopo le dimissioni di mister Sparaneo, nonostante non fosse più presente, quanto è stata importante la sua figura?
Tantissimo, non vi potete nemmeno immaginare quanto. Mister Sparaneo è un’icona per noi tutti, nel girone di ritorno anche dopo l’avvicendamento in panchina, ci siamo guardati in faccia e siamo andati avanti, sapendo che non ci avrebbe abbandonato, allora, noi davamo il massimo anche per lui, anche se non c’era, ci dava una grossa spinta durante la settimana, ci chiamava e ci spronava a fare bene. Ripeto, anche da fuori ci è sempre stato vicino e ci ha sostenuto nel migliore dei modi. Un grazie di cuore!
La tua esperienza con l’Epitaffio può considerarsi chiusa?
Penso proprio di si. Con la dirigenza abbiamo fatto una chiacchierata e ci siamo detti che dal prossimo anno ognuno per la sua strada. Comunque sia, adesso mi sto guardando intorno e sto valutando altre proposte. Non posso dire nulla per le scelte che ha fatto la società: era giusto fare una scelta del genere per determinati motivi. Ringrazierò sempre la società.
Cosa cerchi dalla tua eventuale prossima esperienza?
Dopo gli ultimi anni trascorsi con l’Epitaffio, adesso vorrei nuovi stimoli e vorrei lottare per traguardi diversi. Ora ci sono alcune richieste, da parte di diverse società. Non so, mi riservo un po’ di tempo per decidere.
C’è un ringraziamento particolare che vuoi fare a qualcuno?
A tutta la società di contrada epitaffio, in particolare a due dirigenti Cosimo e Massimiliano Mignone che ci sono sempre stati, anche nei momentacci quando la serie D era sempre più vicina. Tutti, però, abbiamo remato nella stessa direzione e alla fine siamo riusciti a raggiungere questo traguardo “difficile” ma raggiunto con tante difficoltà. Si poteva fare anche molto di più, potevamo ambire a qualcosa di più, però qua le colpe vanno cercate altrove, noi dopo dicembre eravamo contati, però non siamo mancati sotto l’aspetto agonistico, anche così: l’agonismo è fondamentale in questa categoria.
Ci sono dei calcettisti emergenti che ti piacciono in questa categoria?
Mi piace tantissimo il portiere della Maleventum il giovane Alterio: è bravissimo. Anche Iannace del Benevento Futsal, lo consco da tempo e già si vedeva che poteva arrivare in alto. Fuori provincia dico il portiere Carusone e il laterale De Crescenzo dell’Asi Bellona poi cito, Sorbo e Di Lella del Real Sant’Erasmo.