Fare il punto sulla sostenibilità e qualità del tabacco Burley in Italia, e in particolare, in Campania.
Questo l’obiettivo del convegno “Miglioramento della sostenibilità della coltura del tabacco Burley” tenutosi a San Leucio di Caserta, organizzato nell’ambito dell’Accordo di programma tra il ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e la Philip Morris Italia per la ricerca e il miglioramento qualitativo del tabacco italiano.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per la presentazione dei risultati di due progetti di ricerca, anch’essi realizzati nell’ambito dell’Accordo di programma, e finalizzati all’incremento della qualità della coltura del tabacco. Il tabacco italiano di qualità Burley, in particolare, viene prodotto per circa il 93% in Campania.
La sperimentazione, condotta nel 2010 lungo tutta la filiera del tabacco Burley, è volta alla promozione di sistemi di produzione sostenibili per un’agricoltura moderna e sensibile agli effetti sull’ambiente e attenta alla qualità della produzione.
In particolare, l’obiettivo della ricerca – la messa a punto delle tecniche necessarie alla riduzione dell’uso di insetticidi nella coltivazione di tabacco Burley in Campania, tramite la conversione dalla lotta tradizionale a quella integrata – può essere pienamente raggiunto confermando la fattibilità del controllo integrato su tabacco Burley e coniugando sia aspetti ecologici che ambientali ed economici.
“Il comparto del tabacco -ha sottolineato Gennaro Masiello, vice presidente nazionale di Coldiretti- è importante sia per il numero delle imprese sia per la quantità di occupati. Una filiera che sta vivendo un momento di profonda incertezza anche per via di cambiamenti di politiche e per le difficoltà nella riconversione di questa attività. Maggiore attenzione va posta -ha aggiunto- ad esempio su aspetti organizzativi, eliminando gli sprechi e valorizzando la parte agricola del comparto”.
“Per le imprese servono politiche istituzionali -ha detto Masiello- di accompagnamento al mercato, soprattutto alla luce della direttiva europea sul divieto di utilizzo di ingredienti nella manifattura delle sigarette. “Quella del tabacco Burley -ha continuato Masiello- è infatti una produzione concentrata in larga parte in Campania e la direttiva porterebbe alla chiusura di imprese agricole nell’immediato con un forte aumento della disoccupazione”.
“Una sola organizzazione manifatturiera, Philip Morris Italia -ha concluso Masiello- ha confermato l’acquisto di prodotto italiano, sia dal punto di vista della quantità sia dal punto di vista del reddito per il prossimo triennio. La speranza è che a breve anche altre aziende manifatturiere confermino gli acquisti in modo da dare un po’ più di respiro ai produttori”.
Per l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Vito Amendolara “la crisi del comparto tabacchicolo è un problema sociale prima ancora che economico dato che in Campania le imprese produttrici sono essenzialmente a conduzione familiare”.
Amendolara ha poi ricordato che le istituzioni sono accanto all’intera filiera che conta circa 60.000 addetti, “Stiamo lavorando sull’ottica della sostenibilità della produzione e con il Psr vogliamo essere vicino ai produttori agevolando l’ammodernamento delle aziende”. “Mi preoccuperò –ha continuato l’Assessore – di invitare in tempi ristretti gli europarlamentari campani e delle altre regioni interessate al comparto per comprendere il problema e per fornire loro tutti gli elementi utili ad affrontare la discussione in modo concreto”.