Samte, la società provinciale che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti
‘Entro un anno il Sannio dovrebbe avere un impianto di digestione anaerobica che consentirà di trattare fino a 35mila tonnellate annue di frazione organica, producendo energia elettrica pulita e abbattendo i costi di smaltimento per tutti i comuni della provincia’. A renderlo noto è la Samte, la società provinciale che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti, al termine di un incontro tenuto ieri a Napoli presso la sede della Regione.
Il vertice – a cui era presente oltre all’assessore all’Ambiente della Provincia Gianluca Aceto anche l’ingegnere Paolo Viparelli in rappresentanza della Samte – si è rivelato positivo per due ordini di motivi. Innanzitutto perché sono stati prospettati dei tempi brevi per la realizzazione dell’impianto; il cronoprogramma delineato dallo stesso commissario prevede infatti tre mesi per l’individuazione del soggetto concessionario e un periodo compreso tra gli 8 e i 12 mesi per la costruzione del digestore. In secondo luogo la costruzione del digestore si inserisce perfettamente nelle previsioni del piano industriale dalla Samte circa l’impiantistica funzionale alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti su base provinciale.
Una volta ultimato, l’impianto consentirà di trattare la frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) fino a un massimo di 35mila tonnellate per anno. Attualmente la provincia di Benevento produce circa 15 mila tonnellate annue di “umido” provenienti dalla raccolta differenziata, che dovrebbero diventare circa 26mila come previsione ottimale di implementazione della raccolta stessa. Ma, oltre all’umido vero e proprio, nell’impianto verranno trattati anche sfalci di potature e altri rifiuti verdi, in modo da ottenere un digestato molto simile al compost, che potrà essere utilizzato come fertilizzante. In più l’impianto sarà autosufficiente dal punto di vista energetico grazie alla produzione di elettricità attraverso il biogas generato dallo stesso impianto.
I benefici per tutto il Sannio saranno notevoli. Basti pensare che oggi per smaltire la frazione organica dei propri rifiuti ogni comune è costretto a trasferirlo fuori provincia, con costi notevolmente maggiori rispetto a quelli che comporterebbe lo smaltimento attraverso l’impianto provinciale.
“Si tratta di una notizia certamente importante – afferma l’amministratore unico della Samte Luigi Diego Perifano – Ma a fronte di un passo avanti ne dobbiamo registrare due indietro compiuti sulla via della provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Le norme approvate in via definitiva in Consiglio regionale mettono, infatti, pesantemente in discussione l’autonomia di programmazione e di scelta dei singoli territori. Questo andirivieni sul piano politico e legislativo sta seriamente compromettendo il lavoro impostato in tutti questi mesi e già reso molto difficile dalla condizione degli impianti consegnatici dalla gestione commissariale, vedi discarica di Sant’Arcangelo Trimonte. In ogni caso, proprio per domani è prevista a Napoli la prima riunione per l’approvazione del piano regionale dei rifiuti, in cui si inizierà a discutere dell’individuazione di nuove discariche. I tecnici della Samte in collaborazione con quelli dell’Università del Sannio hanno approvato un’ampia documentazione tecnica per supportare le tesi dell’amministrazione provinciale: è evidente che per le sue stesse caratteristiche geologiche, per l’elevata franosità e la diffusione di fenomeni di dissesto, la nostra provincia è del tutto inadatta a ospitare ulteriori grandi discariche regionali”.
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Giuseppe Cataldo, responsabile provinciale Adesioni del PdL
“Chi immagina di creare allarmismi pre-elettorali si sbaglia di grosso. Perchè non ci vuole nessuna laurea specifica per saper leggere il testo della norma sui rifiuti approvata in Consiglio regionale e comprendere che, come ho già avuto modo di dichiarare qualche giorno fa, la nuova versione dell’emendamento Salvatore ha mantenuto e in un certo senso rafforzato i poteri delle Province, senza il ricorso a forme di deroga commissariale, ed ha mutuato una procedura di concertazione tra enti locali, già prevista nella legge nazionale”.
A dichiararlo, Giuseppe Cataldo, responsabile provinciale Adesioni del PdL e candidato alle Comunali nella lista del partito di Berlusconi. “Non c’è alcuna sprovincializzazione o imposizione alle aree interne, tutt’altro. Si stabilisce, infatti, che in caso di difficoltà di una provincia le altre concordano per il periodo necessario i provvedimenti volti al superamento della crisi”, aggiunge Cataldo, per il quale “si è chiarito il principio dell’autosufficienza contenuto nelle normative comunitarie e nazionali, senza incidere su quello della provincializzazione”.
Per Cataldo “chi ha votato contro la norma lo ha fatto strumentalmente, chi, invece, ha scelto il ‘si’ lo ha fatto nella piena consapevolezza delle garanzie partecipative previste. Lì non c’è scritto, come qualcuno sostiene, che se Napoli non ce la fa si apre una discarica nel Sannio ma piuttosto che in caso di crisi in una provincia dovranno essere tutte e cinque le province campane a modificare il proprio Piano rifiuti per risolvere un problema che è, ricorderei, comunque regionale”.
Poi, il responsabile Adesione del PdL chiede “ai vari assessori del centrosinistra quali atti hanno posto in essere quando il Sannio (Montesarchio, S. Arcangelo, S. Bartolomeo) veniva sommerso dai rifiuti grazie ai loro compagni Bassolino e Prodi? Oggi con la concertazione non ci sarà più alcun atto di forza”. Ed inoltre Cataldo interroga: “Perchè tutti questi ‘soloni della sinistra’ non dicono nulla rispetto ad altre devastazioni, come l’eolico selvaggio nel Fortore? Non si può essere ambientalista e difensore del territorio a corrente alternata, noi del Popolo della Libertà lo siamo sempre”.
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Gianluca Aceto – Assessore provinciale all’Ambiente
«Si tratta dell’ennesimo schiaffo alle aree interne. Il Consiglio Regionale della Campania ha deciso di far pagare al Sannio e all’Irpinia le colpe che sono esclusivamente del Comune e della Provincia di Napoli. Proprio chi, paradossalmente, nulla ha posto in essere per superare questo dramma che fa ridere il pianeta vuole torturare e punire proprio quelle aree che più di tutte hanno lavorato e stanno lavorando per chiudere definitivamente e realmente l’emergenza rifiuti ed avviare un ciclo razionale e virtuoso di gestione dei rifiuti.
La cosa più spiacevole è il grottesco balletto messo in scena da chi, non sapendo che pesci pigliare, ha persino l’ardire di che con quel provvedimento si sono superati “egoismi e localismi territoriali”.
A parlare sono proprio quei personaggi che dovrebbero invece ringraziare Irpinia e Sannio che non hanno mai fatto venire meno la solidarietà regionale; a parlare sono proprio quei personaggi che a febbraio, presso la Presidenza del Consigli dei Ministri, avevano garantito al Sottosegretario di Stato che era in corso l’individuazione di ben sette diversi nel napoletano che avrebbero dovuto ospitare discariche di rifiuti; a parlare sono quegli stessi personaggi che, nonostante tali solenni affermazioni, oggi affermano che nel napoletano non è possibile individuare alcun sito di discarica.
Noi delle aree interne invece siamo abituati ad avere un ben maggiore rispetto ed una ben maggiore considerazione delle sedi istituzionali: ma, evidentemente, nelle aree partenopee si vogliono sovvertire anche questi presupposti.
Domani avremo un primo confronto in Regione sul Piano regionale dei rifiuti, del quale in verità nulla abbiamo saputo, mai essendone stati investiti di una qualche comunicazione o di una qualche richiesta di collaborazione, prima della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale. Presenteremo immediatamente le nostre osservazioni e i nostri rilievi.
La Provincia di Benevento, comunque, lavorando di comune accordo con quella irpina, andrà sino in fondo a questa situazione al fine di far capire a Napoli e alla Regione Campania che il problema rifiuti è solo Napoli».