“Se il tasso di natalità di nuove imprese nel Sannio è stato pari allo 0,33% vuol dire che i diagrammi sull’andamento dell’economia sannita sono piatti”.
E’ quanto afferma l’on. Umberto Del Basso De Caro, vicecapogruppo del PD al Consiglio regionale della Campania, commentando i dati dell’Unione delle Camere di Commercio sui fenomeni “anagrafici” delle imprese nel Sannio.
“Il fatto che il saldo sia attivo di poche decine di imprese e che sia in controtendenza rispetto al periodo precedente preso in esame, sostiene De Caro, non fa altro che rafforzare un quadro di sostanziale frenata della economia del Sannio.
Già altri indicatori, nei mesi scorsi, avevano dato il termometro di una realtà che compie sforzi immani “solo” per non essere strozzata da una crisi economica e sociale il cui sbocco non si vede. E non giova – sottolinea De Caro – pensare che, una volta tanto, in Italia non siamo gli ultimi. Da questo punto di vista, infatti, ci sarebbe da disperare: spesso danno segni di maggiore vivacità sistemi economici provinciali che, molto più forti di quello sannita, hanno subito maggiori danni dalla crisi ma hanno anche dimostrato di avere forze e risorse maggiori per uscirne. In uno: il sistema è entrato debole nella crisi e ne esce ancora più debilitato.
A questo quadro si aggiungono i dati sulla disoccupazione complessiva, e su quella giovanile in particolare, e le allarmanti notizie che quasi quotidianamente giungono dal fronte produttivo con aziende che chiudono o tante che stentano a riavviarsi sulle scene dei mercati nazionali ed internazionali.
Su questo scenario – e’ l’opinione di De Caro – piombano due fatti che sembrano distanti ma che, nel brevissimo periodo diventeranno intimamente collegati: la legge di bilancio regionale e la riforma del cosiddetto “federalismo provinciale”. Due fatti che impediranno agli Enti Locali della provincia, in primo luogo Comune ed Amministrazione Provinciale di svolgere il ruolo di supporto alle azioni di crescita dell’ economia sannita. I due Enti, e gli altri soggetti attori di politiche attive di sviluppo, vedranno, da questi interventi, minata la propria capacità anche solo di immaginare azioni concrete a sostegno dell’economia.
Il Sannio deve attrezzarsi – conclude De Caro – a dare risposte veloci e concrete alle imprese, ai giovani, ai disoccupati, a quelle imprese che ancora non hanno alzato la bandiera della resa. Di qui la necessità di attivare subito il tavolo istituzionale per l’Agenzia Unica dello Sviluppo.
C’è necessita di scelte che diano a tutti il senso di voler invertire, nel Sannio, la rotta bloccando quella che possiamo definire caduta libera.