Secondo una prospettiva politico – territoriale la nostra Federazione, attenta alle problematiche sociali che coinvolgono le giovani generazioni, individua una delle cause del disagio giovanile proprio nell’assenza di una politica seria, forte ed integrata dedicata non solo alla rimozione di tali fattori, ma soprattutto alla prevenzione. Senza dubbio non mancano le inziative attuate nel settore, ma emerge forte la necessità di coordinare tali iniziative evitando duplicazioni ed inutili sovrapposizioni che generano confusione, alimentano ed acuiscono lo stato di sofferenza, oltre a rappresentare un costo ingente per la comunità. Si deve pertanto assicurare omogeneità degli interventi su tutto il territorio comunale, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni preposte: le scuole, i diversi assessorati, le parrocchie, le associazioni di volontariato. Finora è mancata, da parte dell’amministrazione comunale, quella capacità di mettere in campo progettualità nuova che sappia individuare le specifiche esigenze di ogni realtà locale in modo poi da poter avviare interventi mirati. E tuttora mancano modelli di ascolto della cittadinanza, modelli di partecipazione attiva che determinino un reale coinvolgimento dei giovani ed una decisiva rimozione dei fattori di devianza, rimuovendo quella che è oggi una preoccupante emergenza educativa. Questi modelli nuovi (quali i servizi di ascolto, i centri di aggregazione, incontri programmati, supporti per casi problematici) in altre realtà territoriali sono già presenti ed apprezzati. Nella nostra realtà, invece, seppur ci sono, sono poco fruibili per mancanza di comunicazione, o perchè, come è modello organizzativo – politico consolidato della nostra amministrazione comunale, sono interventi occasionali, frutto di progetti straordinari e non permanenti sul territorio in assenza di una razionalizzazione degli interventi e delle risorse finanziarie ad essi destinati. E tutti abbiamo letto (o visto con i nostri occhi) i risultati delle occupazioni scolastiche: istituti che un tempo erano il fiore all’occhiello della nostra comunità oggi sono ridotti a discariche, rappresentando lo sfogo estremo di una generazione strumentalizzata che attribuisce agli altri la perdita dei propri valori identitari. I sempre più frequenti episodi di vandalismo, teppismo e criminalità che coinvolgono giovani e giovanissimi non sono altro che la manifestazione dell’acutizzarsi del disagio giovanile e soprattutto dell’aumento del numero di ragazzi confrontati con situazioni familiari e sociali talmente gravi da produrre danni educativi irreversibili. Il fallimento educativo deve essere rimosso con urgenza, mirando al recupero dei valori identitari con progetti seri ed organici finalizzati alla crescita del senso di responsabilità dei giovani. Le amministrazioni hanno una grande responsabilità in questo e devono farsi carico di supportare un modello familiare sempre più fragile: devono contribuire alla valorizzazione della persona, alla crescita e allo sviluppo educativo e sociale attraverso percorsi di supporto interconnessi con la realtà sociale del territorio. La cooperazione, la promozione della cultura della legalità ed i valori della solidarietà sociale non possono andar persi in assenza di un segnale chiaro e forte da parte delle amministrazioni preposte. I tempi difficili che stiamo vivendo, impongono a tutte le forze istituzionali di dare priorità, nell’agenda politica, all’argomento ed elaborare una politica d’intervento globale e coordinata. Ed in quanto espressione della DESTRA, non posso che ribadire con forza che siamo l’unica compagine politica che storicamente, da sempre, attribuisce priorità ai valori sociali, riconoscendoli come un patrimonio inestimabile (il valore della famiglia, il rispetto delle istituzioni, la giustizia sociale, l’identità urbana e l’equità sociale solo per citarne alcuni) che devono essere condivisi e tradotti in obiettivi concreti. Assolutamente è doveroso da parte mia sottolineare come, governi urbani di sinistra abbiano finito per contribuire a disperdere tali valori, ahimè, strumentalizzandoli e finalizzandoli al perseguimento di vantaggi individuali circoscritti a se stessi ed al proprio orticello. Ma la nostra federazione vuole guardare al futuro perchè siamo ancora in tempo a tradurre in realtà concreta obiettivi di solidarietà sociale che perseguano il miglioramento della qualità di vita dei giovani, patrimonio inestimabile del futuro (e non potenziale serbatoio di voti come a sinistra si è soliti considerare i giovani!) affinchè sempre meno siano le situazioni di giovani senza lavoro, che non frequentano più la scuola e che non hanno una formazione adeguata per affrontare un mercato del lavoro globale, sempre più turbolento e competitivo. Per questo ribadiamo il nostro impegno nell’attribuire priorità ai giovani, nel conferire loro la dignità perduta, nel preparare loro un terreno favorevole per affermarsi come cittadini del domani. E’ nostro obiettivo il recupero di una situazione che all’attuale amministrazione comunale è sfuggita di mano: l’analisi politica sulla problematica del disagio giovanile ed conseguenti adeguati interventi per la rimozione dei disagi stessi. La realtà dei fatti dimostra che è urgente riaggregare i giovani attorno ad un progetto forte e radicato sul territorio quale può essere l’istituzione di una struttura permanente sul territorio che dia ascolto, sia di supporto, contribuisca alla formazione; una struttura dove si recuperano in chiave moderna arti e mestieri che sono andati perduti perchè inutili (falegnameria, sartoria, ecc) ma che invece possono rappresentare opportunità occupazionale, una struttura che faccia da raccordo tra la domanda e l’offerta di lavoro, una struttura nella quale non devono mancare forme ludico – aggregative per l’ impiego del tempo libero. La struttura polivalente che abbiamo in mente punta sui giovani e sulle fasce di maggior disagio sociale, privilegiando gli aspetti della socializzazione e dell’aggregazione educando alla convivenza civile. Naturalmente, siamo obiettivi e lungimiranti e non ci illudiamo che una simile struttura territoriale sia sufficiente ad arginare l’aumento dei casi di grave disagio giovanile, ma quanto meno siamo consapevoli che sia piuttosto il segnale della vicinanza delle istituzioni ed il segnale di un vero progetto politico lungimirante.