Non si può certo dire che la situazione politica attuale aiuti a chiarire quali potranno essere le prospettive di una città, come la nostra, che si prepara a rinnovare la sua amministrazione in un clima caratterizzato da indagini giudiziarie e spaccature partitiche. Una città che perde pezzi, opportunità di lavoro e “sviluppo”, essendo più preoccupata ad equilibrismi di sopravvivenza individuale che a ragionamenti tesi al bene comune. In queste condizioni diviene sempre più difficile per il cittadino-elettore fare la sua scelta con libertà e dignità. Compito, dunque, di chi ritiene necessario invertire la rotta, al di là e al di sopra dei suoi interessi di bottega, è diventare concreto e costruire, o almeno tentare di farlo, una ipotesi condivisa di programma ed una ipotesi condivisa di ricostruzione della classe dirigente chiamata a realizzarlo. Pensare, dunque, di arrivare in vista dei traguardi senza decidere è strategicamente errato ed elettoralmente inadeguato. Credo, dunque, che sia necessario richiamare tutti, me compreso, alle proprie responsabilità ed in tal senso ritengo che molto potrebbe essere fatto con un patto di fine legislatura mirato ad agire nella chiarezza delle intenzioni e con l’impegno bipartisan di sgominare qualsiasi tentativo di accordi carbonari o di infinite mediazioni. Importante, invece, sarebbe cominciare a porre questioni. Tra queste, ad esempio, quelle relative ad una città, come la nostra, che potrebbe e dovrebbe divenire vero punto di riferimento dell’intero Sannio. Oppure quella relativa alla creazione di una Agenzia unica dello Sviluppo, su cui in molti si sono già espressi favorevolmente, o, ancora, la stesura di un piano regolatore della cultura capace di rilanciare l’immagine offuscata di una realtà urbana che meriterebbe ben altri flussi turistici di quelli che registra. Si potrebbe, ovviamente, continuare con tanti altri argomenti, ma credo che indispensabile sia uscire dalle sabbie mobili dell’immobilismo che non giovano a nessuno e che favoriscono solo frantumazioni e contrapposizioni sterili ed inattuali. Si riapra, dunque, un confronto che non sia legato esclusivamente alla scadenza elettorale, ma che tenga conto di essa. Lo si faccia, per concludere, cercando di operare nella massima chiarezza e nel rispetto delle differenze. Così facendo si favorirà un serio confronto, mirato ad essere quanto più ampio possibile. Solo da esso si potrà dare vita ad un percorso utile a costruire concretamente un serio futuro per la nostra comunità.