Il 26 ottobre 2010 a Salerno si è tenuta in Prefettura una riunione a porte chiuse per decidere l’ampliamento della discarica di Macchia Soprana, nel Comune di Serre, in un’area a monte del fiume Sele che fornisce l’acqua potabile a tutta la Piana sottostante. Nella zona di Serre le discariche presenti sono già quattro: Basso dell’Olmo, Pagliarone, Persano e Macchia Soprana, a cui si aggiunge la perenne minaccia di aprire una discarica a Valle della Masseria. Per far accettare l’allargamento di Macchia Soprana si promette al Comune una compensazione in denaro, la bonifica della discarica abusiva di Pagliarone (discarica di rifiuti tossici) e l’esclusione di Valle della Masseria dall’elenco della L. 123/08. Queste promesse vennero già fatte agli abitanti di Serre nel 2007, quando il sindaco imbonì i cittadini con l’impegno di compensazioni economiche per il territorio in cambio dell’apertura di Macchia Soprana, affermando che questi sacrifici sarebbero stati sufficienti a salvare Valle della Masseria dalla minaccia di realizzarvi una discarica, a bonificare Pagliarone e ad evitare il deposito di “ecoballe” a Persano. Promesse del tutto disattese. Oggi si ripete la stessa storia, con l’aggravante che ormai Macchia Soprana, una discarica ad altissimo rischio idrogeologico, poggiata su terreni franosi, già soggetta a dissesti, è già arrivata ad ingurgitare 700mila tonnellate. Dinanzi a questo ennesimo sopruso, il Co.Re.Ri esprime il suo più fermo dissenso rispetto alla gestione dei rifiuti portata avanti dalle autorità campane e nazionali e dalla Protezione civile e dichiara solidarietà e pieno appoggio ai cittadini di Serre che non sono disposti ad accettare denaro in cambio della salute e della qualità della vita. I comitati, riuniti in coordinamento, che in questi anni hanno studiato il problema dei rifiuti, sono pronti ad indicare dettagliatamente soluzioni reali alla popolazione e alle autorità, dimostrando che il problema rifiuti in Campania non è di natura tecnica e che una gestione dei rifiuti senza discariche né inceneritori non solo è possibile, ma è anche l’unica scelta seria e compatibile con la vita umana e con l’economia agricola. Se infatti la raccolta differenziata fosse potenziata ed estesa in modo sistematico a tutti i Comuni, organizzando per i cittadini campani una raccolta differenziata porta a porta con una accurata separazione dei materiali da avviare alla filiera del riciclo e del recupero della materia, se fossero avviati in tempi brevi gli impianti di compostaggio da tempo ormai in costruzione in tutta la regione, in breve tempo non solo la Campania riemergerebbe dallo stato di degrado attuale ma si animerebbe una nuova economia sana, compatibile con la vocazione agricola del territorio e con l’elevata densità abitativa di molti comuni. La soluzione per l’emergenza c’è e non si chiama né Serre, né Terzigno, né Giugliano, Savignano o Sant’Arcangelo, ma “Riciclo Totale della Materia”.