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Orlando: conoscere il territorio e le persone per un nuovo sviluppo della città

Scritto da il 28 giugno 2010 alle 13:23 e archiviato sotto la voce Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Partecipazione ed ascolto costante: queste le parole d’ordine che, secondo Nazzareno Orlando, debbono essere alla base di una operatività foriera di concreto sviluppo per il nostro territorio. A questo, secondo l’esponente politico, bisogna aggiungere spazio per i giovani   e professionalità, al di là di quelle che sono le appartenenze di ognuno. Insomma, bisogna fare del merito una “pratica concreta”, che divenga strategia e non mero slogan. Partendo da questi presupposti essenziali, secondo Nazzareno Orlando, si possono sviluppare vari filoni di iniziative che mettano la città di Benevento in primo piano tra le aree interne di un Mezzogiorno che cerca riscatto e rispetto. Ed allora, secondo il pidiellino, bisogna puntare su tutti i turismi possibili (archeologico, religioso, termale, dell’innovazione, enogastronomico, ecc.ecc.) e, quindi, su tutte le “culture multiformi” presenti nell’area di nostra appartenenza, creando un ciclo virtuoso che dalle idee arrivi alle concretezze, mettendo sul mercato i sapori e i saperi della nostra bella città. Da qui, per una ricerca di tutte le conoscenze del territorio che partano dal basso e non vengano subite indiscriminatamente, Orlando, con l’associazione Parliamone, ha dato vita ad una iniziativa denominata la “ Piattaforma logica” una sorta di box itinerante tra quartieri, contrade ed aree della città, per raccoglierne istanze, proposte, idee, possibili concretezze. Questo, per arrivare a fare di Benevento una città concretamente vivibile e realmente sostenibile, a dimensione d’uomo perché costruita  dall’uomo. Una città dove è, a questo punto, possibile preservare l’ambiente, operando intelligentemente nei settori strategici e portando a compimento scelte meditate e non calate dall’alto senza una reale partecipazione. Da qui la proposta di  Orlando di adottare i principi cui si sono ispirate la maggior parte delle  moderne città europee: un terzo di verde, un terzo di acqua, un terzo di cemento. Un equilibrio tra fattori determinanti, per un equilibrato sviluppo della città. Inoltre, sarebbe interessante anche lavorare, seguendo la logica del work in progress, ad un “Piano regolatore della cultura”, che possa mettere in campo ed in sintonia , secondo un dinamico criterio di pianificazione, arti, interpreti e luoghi e che sia volano per una concreta occupazione che tenga conto delle peculiarità del territorio. In questo modo  si favorirebbe  una crescita  non legata a vecchie logiche di cura del proprio orticello, ma basata su  quello che è stato sempre uno slogan efficace : “la cultura non ha colore”!
Solo così ed attraverso ragionamenti seri sullo sviluppo avviati anche di recente in città  potrebbero essere valorizzati realmente i patrimoni e le intelligenze  che la città possiede indiscutibilmente al suo interno.

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