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direttore Antonio De Cristofaro

SAUT di Foiano di nuovo sotto la scure sanità

Scritto da il 27 settembre 2010 alle 09:54 e archiviato sotto la voce Attualità, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

L’attivazione del presidio SAUT a Foiano, nel 2005, è stata una delle conquiste più importanti per l’intero territorio fortorino. Ma a quanto pare fu solo vana gloria. E’ sconcertante, se verificata l’ipotesi di un possibile spostamento del personale che oggi garantisce il servizio di primo soccorso del SAUT locale, presso la struttura del Psaut di San Bartolomeo in Galdo. Ad onore di chiarezza, l’attuale assetto organizzativo sancito con D.G.R.C. 1570/04 è figlio dello sdoppiamento del Saut di Ginestra degli Schiavoni. In tal sede fu stabilito infatti che Foiano si dotasse di un presidio Saut, con due unità mediche per turno, in servizio 24 ore su 24 ed un punto STI (servizio trasporto infermi) medicalizzato con competenza territoriale in I° chiamata su Baselice, Castelvetere in Valfortore, Molinara, Montefalcone, S. Bartolomeo in Galdo, S. Marco dei Cavoti e in II° chiamata su tutto il territorio distrettuale,
mentre Ginestra con un punto STI medicalizzato e una unità medica per turno, in servizio H24, avesse competenza territoriale in I° chiamata su Castelfranco in Miscano, S. Giorgio La Molara e Buonalbergo e in II° chiamata su tutto il territorio distrettuale. La ratio di una tale paventata scelta è totalmente incomprensibile e se confermata, inaccettabile. Innumerevoli i disagi legati alle distanze di percorrenza e alla tortuosa viabilità, ad esclusivo danno dei cittadini dei tanti comuni, graziati finora proprio perchè inclusi nella competenza territoriale di Foiano. Problema mai risolto quello della sanità fortorina, dunque, che nuovamente si  riprone in tutta la sua drammaticità. Dalla voce amministrativa di Foiano, la dichiarazione unanime, “sembra di assistere alla solita guerra fra poveri”. Invero, la diversa ubicazione da Foiano di Val Fortore a San Bartolomeo in Galdo, comporterebbe tempi assurdamente lunghi nel primo soccorso per comuni come Baselice, San Marco dei Cavoti, Molinara, e San Giorgio la Molara con distanze che arrivano a quaranta chilometri, dalla possibile sede di San Bartolomeo in Galdo. Evidenti le ripercussioni, visti i tempi nettamente inconciliabili con quelli previsti dai protocolli terapeutici. Senza voler revendicare o sottrarre, né porsi in contrasto alcuno, sembra maggiormente sensata la soluzione di collegare San Bartolomeo unicamente con i presidi ospedalieri di Campobasso, Foggia o Lucera, raggiungibili più facilmente e in tempi più brevi rispetto al capoluogo sannita, potendo così garantire ai cittadini un sistema di soccorso decente. Constatato che il Comune di San Bartolomeo ha in dotazione un’ ambulanza di tipo A, la spesa da sopportare sarebbe unicamente quella del personale, con un servizio che potrebbe ricomprendere anche il comune di Castelvetere in Val Fortore, mentre le strutture di Foiano e di Ginestra garantirebbero tempi di intervento sufficienti sul resto del territorio fortorino. A corredo, una dichiarazione amara, dell’assessore Ruggiero, “il Fortore è un territorio ampio, scarsamente popolato, con una viabilità complessa e il difficile assetto geomorfologico. La rete dell’emergenza in un territorio con tali caratteristiche ed a confine con altre due regioni non può non essere di natura sovraregionale o interprovinciale. Il Fortore da oltre quarant’anni soffre la beffa di una promessa mai realizzata, cioè quella di un nosocomio funzionante, e visto i dati demografici legati ad un economia che tende allo spopolamento, oggi più non attuabile. Anche l’ipotesi di un pronto soccorso attivo che superasse il sistema dei Saut è rimasto semplicemente sulla carta.  In un clima di forti tagli, credo che non sia opportuno penalizzare zone che storicamente non possono vantare nessun gagliardetto”. Conclude l’assessore “non è nostra intenzione essere responsabili del dissesto della sanità pubblica, imputandolo alla gestione delle strutture sanitarie fortorine quando, ad esempio,  nel capoluogo troviamo due Saut, due pronto soccorso e un terzo Saut ubicato a San Giorgio del Sannio”. Fino a prova contraria, ogni cittadino, deve poter avere adeguata assistenza sanitaria e medesimo trattamento senza discriminazioni di sorta. I fortorini non costituiscono in nessun caso un’eccezione!

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